Cosa lega il mondo delle apps per smartphone e tablet a quello degli studenti universitari? Tantissime cose. Innanzitutto non si può non considerare che sono proprio gli studenti universitari i più assidui utilizzatori di apps mobili; e per ogni genere di uso. Si va dal tempo libero ai social, dalla messaggistica alle news ed alla moda.
Nelle università, ed in alcune in particolare, in cui la laurea puoi prenderla online e il materiale didattico si gestisce prevalentemente sul web, come nell’ateneo di Unicusano a Roma (http://www.unicusano.it/dove-siamo/universita-roma/), sono peraltro attivi già da tempo strumenti avanzati di gestione dello studio che sfruttano le potenzialità dell’e-learning per studiare da casa guardando le lezioni in streaming, precedentemente registrate dai professori.
E sempre nell’ambito universitario infine che si coltivano i principali talenti tra gli sviluppatori di apps per mobile, come dimostrato dalle recenti assegnazioni dei premi nell’ambito di UpperApp (http://www.datamanager.it/news/le-migliori-app-ideate-dagli-studenti-universitari-premiate-da-upperapp-52440.html), il Festival nazionale delle idee e applicazioni mobile ideate dagli studenti di tutte le Università italiane. Un concorso a cui sono pervenute migliaia di idee di applicazioni fatte da universitari per universitari.
A vincere il premio di miglior applicazione pubblicata è stata “Libretto universitario”, sviluppata da Stefano Munarini e Gabriele Bonadiman dell’Università di Trento. L’app, gratuita, permette di tener traccia dei propri esami e della media conseguente ai voti ottenuti.
A Francesca Gaeta dell’Università di Salerno è andato invece il premio per il miglior progetto di App chiamato Help My Memories, che ha l’ambizioso obiettivo di creare un contenitore in grado di raccogliere materiale multimediale che possa essere in grado di stimolare la memoria dei pazienti affetti dal Morbo di Alzheimer.
L’applicazione è inoltre dotata di un sistema di localizzazione che sfrutta l’antenna GPS del telefono per localizzare il possessore dello smartphone, che in questo caso sarà un anziano malato di Alzheimer, e di ritrovarlo quindi velocemente laddove si dovesse allontanare da casa o dai centri di cura in cui è ricoverato.
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