La politica è molto brava a promettere, si sa. Purtroppo, però, troppo spesso alle parole non seguono i fatti. Parliamo di diffusione della lingua e della cultura italiana all’estero. Questione assai importante, basti pensare agli Stati Generali della Lingua italiana nel mondo, che hanno visto in prima fila il sottosegretario agli Esteri Mario Giro (ora promosso viceministro). Il presidente della Repubblica stesso, Sergio Mattarella, ha dichiarato che l’Italia dovrebbe fare molto di più per promuovere all’estero la propria cultura. E invece? Spendiamo briciole. E vorrebbero toglierci anche quelle. Perchè la cosa peggiore è che il governo, che da una parte si riempie la bocca di cultura italiana, dall’altra taglia, taglia e ancora taglia.
Roger Nesti, del coordinamento enti gestori in Svizzera, in una nota “prende atto con sconcerto e forte preoccupazione” della notizia che sul capitolo cultura “vi sarebbe un taglio di euro 2,6 milioni sull’esercizio 2016 deciso dal MAECI a seguito di una rimodulazione chiesta dal MEF”. Secondo Nesti, si tratta di “una grave scelta da un punto di vista gestionale e discutibile da un punto di vista politico”.
Infatti, ricorda, ulteriori tagli arriverebbero “in un anno di profonda trasformazione del sistema corsi che ha visto gli enti gestori in Svizzera rilevare solo pochi mesi fa quasi 250 corsi rimasti scoperti a seguito della soppressione di 29 cattedre ministeriali. Gli eventuali tagli ai contributi ministeriali determinerebbero la chiusura di centinaia di corsi e il licenziamento di decine di docenti, ma soprattutto migliaia di alunni perderanno la possibilità di continuare i loro studi di italiano”. Alla faccia della promozione del Sistema Paese nel mondo.
Nesti è ancora più duro quando scrive che la decisione di continuare a tagliare “sconfessa palesemente le scelte del Parlamento che in sede di discussione della Legge di stabilità 2016 aveva esplicitamente approvato degli emendamenti che annullavano il taglio inizialmente previsto dal Governo”. Dunque?
Il Coordinamento degli enti gestori in Svizzera “invita il Governo, le forze politiche, gli eletti all’estero e tutti i rappresentanti della collettività ad adoperarsi affinché la dotazione del Capitolo 3153 sia subito ripristinata. È il momento – conclude – di dimostrare con i fatti, e non solo a parole, che la promozione culturale e la diffusione linguistica rappresentano degli obiettivi prioritari per il Paese”. Fatti, oltre alle parole, appunto.
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