Il contributo dell’Italia al sostegno del governo di unita’ nazionale in Libia potrebbe arrivare sia dai carabinieri che dalla polizia di stato: lo ha riferito il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, al termine della riunione con gli omologhi dell’Ue oggi a Bruxelles.
Il titolare della Farnesina ha spiegato che un eventuale intervento europeo avverra’ soltanto in presenza "di un governo di unione nazionale" e consistera’ in una funzione di "monitoraggio" e "addestramento delle forze di sicurezza locali". In tale contesto, il contributo italiano potrebbe arrivare dai carabinieri e dalla polizia di stato, forze gia’ attive in altri scenari internazionali.
Il dispiegamento di una missione europea avverra’ comunque soltanto dopo il raggiungimento di un accordo tra le varie parti politiche in Libia, un’intesa che dovra’ essere riconosciuta dalle Nazioni Unite. Il sostegno dei Ventotto avverrebbe anche sul piano economico, ha spiegato Gentiloni, sottolineando come l’Ue sia pronta a investire "consistenti somme di denaro" per sostenere la stabilizzazione in Libia.
L’Italia "fara’ la sua parte" nel sostegno a un governo di unione nazionale in Libia, ha assicurato Gentiloni. "Cosi’ come oggi siamo in prima fila nel sostenere il negoziato e il tentativo di creare un governo di unione nazionale", cosi’ l’Italia dara’ il proprio contributo "se a quella base di governo unitario si arrivasse", ha affermato il titolare della Farnesina. Il nostro paese e’ pronto a essere "in prima fila" nel sostenere la Libia "dal punto di vista del monitoraggio, del sostegno alla sicurezza e della cooperazione economica", in collaborazione con "i paesi occidentali, africani e arabi".
Il Consiglio esteri affronta per la prima volta dopo 11 anni il tema dell’immigrazione. Al termine il ministro Paolo Gentiloni sottolinea come "positiva" non solo la scelta politica di aver inserito il tema in agenda ma anche il fatto che il Commissario Avramopoulos "ha ribadito che Schengen non si tocca, mentre si deve lavorare sui controlli ai confini esterni" e perche’ la Commissione ha riconosciuto che l’Italia "sopporta la maggiore pressione" e "quindi gli impegni devono essere rafforzati sia sul piano economico che operativo".
Sull’immigrazione "c’e’ un contesto nuovo" tra i 28, rileva Gentiloni, affermando che nel Consiglio esteri "non c’e’ la percezione che il problema riguardi solo i paesi del sud europeo". "I flussi migratori che arrivano dalla Libia, non si fermano in Italia ma arrivano in Europa" osserva Gentiloni, aggiungendo che "la dimensione del problema va dalla Sicilia alla Svezia, non riguarda solo alcuni membri dell’Unione", per questo – conclude – la Ue deve avere una strategia dell’immigrazione.
Gentiloni tra le altre cose ha rivelato che l’alto rappresentante per la politica estera europea, Federica Mogherini ha proposto il diplomatico italiano Fernando Gentilini come "inviato speciale dell’Ue sulle questioni del medio oriente". Gentiloni ha dunque precisato che e’ "un validissimo diplomatico ma non ha nulla a che fare con il ruolo di Tony Blair".
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