Enrico Letta, intervenendo alla Fiera del Levante di Bari, ha detto che per il Sud ”non servono annunci shock e uomini della provvidenza. Quanti gia’ ne ha avuti e quante delusioni. Serve normalita’, una normalita’ in cui ognuno di noi parli delle sue responsabilita’ e non di quelle degli altri”. Per il presidente del Consiglio, ”bisogna togliere la testa da sotto la sabbia”.
"Da qui voglio dare un messaggio al Paese sul tema del Mezzogiorno. Non riusciamo a recuperare uno spirito coeso, dobbiamo – dice il premier – liberarci dalla sindrome dello struzzo, togliere la testa dalla sabbia, dire la verità, non nascondiamoci dietro gli alibi”. Letta fa dei riferimento al passato e alle promesse fatte da chi lo ha preceduto: "Il cambiamento che non arriva mai e’ quello che fa piu’ male, nessuno ha la bacchetta magica. Il futuro passa in primo luogo attraverso una costruzione europea per una nuova dimensione mediterranea". "Il sud – sottolinea Letta – puo’ essere non il freno del Paese, ma la marcia: i ragazzi chiedono strada, non per sorpassare con sentimento di rivalsa i piu’ vecchi, ma per costruire". Letta parla del diritto allo studio, degli investimenti operati dal governo in tema della scuola e rimarca come il Sud debba sfruttare soprattutto la "cultura e il turismo, la cultura e la formazione". ”Ci sono quelli che raccontano altre storie su questi cinque mesi di governo. Ma questi che io dico sono fatti, non annunci”.
Letta ha sottolineato che “l’Europa non ci tratta piu’ da osservati speciali”. Per esempio, la legge di stabilita’ "la scriviamo noi, non Bruxelles", perché ora "abbiamo maggiore flessibilita’ grazie alla trattativa che abbiamo condotto sul cofinanziamento dei fondi europei".
Il Capo dell’esecutivo ha detto che l’obiettivo e’ il taglio del costo del lavoro, "buste paga piu’ pesanti, maggiore competivita’ alle imprese e rimettere in moto la domanda interna". "Questo non e’ retorica pubblica, ma fatti. Nessun banale ottimismo della volonta’, ma realismo, determinazione e senso della volonta’. L’importante e’ non rovinare tutto, buttare a mare tutto oggi, che e’ finita l’epoca del rigore e che non siamo piu’ sorvegliati speciali".
”Ho l’onore di rivestire un ruolo che non ho cercato, ma che svolgo con una determinazione che cresce nel vedere gli ostacoli e nel vedere anche le opportunita’ delle cose che si possono insieme realizzare”. "Cultura e turismo rappresentano uno dei grandi ‘obiettivi Paese’ che vogliamo portare avanti con determinazione". ”Dietro alla arretratezza cronica di certi territori, dietro le opportunita’ mancate, vecchi sperperi e nuove forme di disperazioni, dietro queste cose c’e’ un problema di classe dirigente, politica e non politica”.
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