Che la sentenza con cui è stato condannato Silvio Berlusconi abbia diviso il Paese è evidente. Ha rinfocolato quelle divisioni tra sostenitori e detrattori del Cavaliere che erano state sopite con il clima delle larghe intese che hanno portato alla nascita del governo Letta. Ora, in questo contesto si inserisce il comico genovese e leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, che è arrivato a chiedere le dimissioni del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, se questi concedesse l’agibilità politica a Berlusconi, alzando ulteriormente i toni.
Credo che Grillo stia facendo ciò in nome del suo anti-berlusconismo e per dirottare le attenzioni dell’opinione pubblica dal suo movimento, un movimento che ultimamente è al centro di polemiche, dal caso del suo deputato Manlio Di Stefano (che ha attaccato Israele con frasi che rasentano l’antisemitismo) a quelle dell’altro deputato Paolo Bernini che si è presentato come "vegano e disiscritto alla Chiesa cattolica" e che parla di uso di microchip e di complotti giudaico-massonici, dall’immobilismo che caratterizza il Movimento 5 Stelle, un movimento che protesta ma che non propone, alla scarsa competenza della materia del Parlamento dei suoi eletti, fino ad arrivare alla questione della scarsa democrazia nel movimento stesso.
Grillo attacca Berlusconi per distrarre l’opinione pubblica dal fallimento di fatto della politica del Movimento 5 Stelle. Così, Beppe Grillo alza i toni ed inneggia al più feroce giustizialismo. Questo la dice lunga sull’idea di Grillo, come la dicono lunga sull’idea di Grillo il suo no alla TAV Lione-Torino, alla Variante di Valico e al ponte sullo Stretto di Messina, la sua idea del monopolio della scuola pubblica e le frasi dei suoi deputati su Israele.
Nel Movimento 5 Stelle vi è un misto di comunismo, giustizialismo, pacifismo, terzomondismo ed un vago nazionalismo.
Basti pensare al suo no allo ius soli, l’unica posizione che reputo condivisibile. Le sue idee sono di sinistra ma sono anche contro i sindacati. Quindi, vi è anche un bel po’ di confusione. Protestare, insultare ed attaccare senza proporre non porta nulla di buono per nessuno.
Vorrei terminare commentando i continui attacchi che Beppe Grillo lancia contro il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Intendiamoci, io non sono un fan di Napolitano. Tuttavia, ricordo che l’attuale capo dello Stato è stato eletto dal Parlamento e dagli altri grandi elettori secondo le regole della nostra Costituzione. Quindi, trovo ingiusto e pericoloso che Beppe Grillo parli di "colpi di Stato" o di "violenza alla Costituzione" per il fatto che Napolitano sia stato rieletto o per quello che egli fa. Se questo meccanismo di elezione del Presidente della Repubblica non gli piace, Beppe Grillo appoggi la proposta di riforma in senso presidenziale dello Stato che il Popolo della Libertà ha fatto. Vediamo se sa solo protestare o se sa anche proporre.
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