Sono passati pochi giorni dalla chiusura delle urne, eppure il popolo elettorale sta già vagliando con raziocinio i propri spostamenti e le tendenze di voto. I seggi restano caldi, anche perché di questo passo torneremo tra una manciata di mesi in campagna elettorale. L’impasse parlamentare non si smobilita, i grillini restano furbamente contrari all’accordo col PD e volano nell’empatia della gente con un +3% in 9 giorni. Bersani resta imbalsamato così come il suo elettorato, stazionario. Tutti gli altri perdono. Fare per fermare il declino è quasi scomparso, dopo la debacle di Giannino non supera lo 0.1%. Fini è sceso allo 0.3% e voci odierne parlano di una chiusura definitiva dell’esperienza del Fli. Monti non tira più neanche tra le elite, oggi si piazzerebbe sotto l’8%. E Berlusconi? Silvio è silenzioso, attende, vaglia le ipotesi, controlla i dati, centellina le esternazioni, calmiera i tavoli ed invoca governabilità. Aspetta a braccia aperte un PD che si incarterebbe nella tana del Lupo facendosi sbranare dai suoi sostenitori, che il Cavaliere proprio non lo digeriscono e lo avvertirebbero come un tradimento. Eppure, con un Monti insufficiente a garantire i numeri ed un Grillo riottoso al sol pensiero di dialogare con un “morto che parla”, non resta altra soluzione se non quella di tornare alle urne, appena il semestre bianco sarà terminato o d’urgenza, con dimissioni anticipate di Giorgio Napolitano.
La politica sembra avere acquisito tempi diametralmente antitetici ed opposti a quelli della realtà. Più il mercato scotta e le riforme bollono in pentola, e più le assise diventano fredde, tecniche, nascoste tra i meandri dei numeri e gli artifizi di ghepardi indelebili e smacchiatori senza il solvente adatto.
Il M5S stravince sulle macerie di un sistema in declino, neanche Oscar ce l’ha fatta a portarlo via. E’ curioso spulciare le interviste di questi neo-deputati frizzanti ed inconcludenti. Non v’è domanda a cui sappiano rispondere con precisione, se non vagheggiando su un appello alla rete. Ecco, nella rete della inettitudine degli eligendi ci siam cascati noi, e questo è il prezzo che ci tocca pagare per non avere saputo svegliare prima le nostre coscienze, prima che un qualunque consigliere di Regione si fosse fatto rimborsare una scatola di viagra o i feltrini per le sedie.
Twitter @andrewlorusso
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