Sono le 17.24 quando Matteo Renzi, dal Nazareno twitta: "E due. Legge elettorale approvata anche al Senato. Il coraggio paga, le riforme vanno avanti". E due minuti dopo Maria Elena Boschi cinguetta: "Sembrava impossibile qualche mese fa, eppure la legge elettorale è ok anche al Senato. È proprio #lavoltabuona". Praticamente in diretta, premier e ministro per le Riforme esultano per il risultato appena ottenuto dalla maggioranza a Palazzo Madama, una maggioranza strana, che ricalca proprio quella del Nazareno e del Patto con Silvio Berlusconi di ormai un anno fa: l’Italicum passa con 184 sì, tra i quali quelli di buona parte dei senatori di Forza Italia ma non quelli dei 24 della minoranza dem, e 66 no. Era già preannunciato, il non voto (che al Senato conta come il no) di quella parte del Pd ‘capitanata’ in questo caso da Miguel Gotor, che aveva tentato di opporsi all’emendamento Esposito, ed è stato proprio Gotor ad ufficializzare la scelta: "Si poteva cercare un dialogo diverso – aveva detto in dichiarazione di voto – ma questa strada non è nemmeno cercata". Diverse le defezioni anche in Forza Italia, con un gruppo di senatori che al momento del voto si è accomodato fuori dell’aula.
Alla fine però dal Senato esce un testo profondamente cambiato in alcuni punti, rispetto a come era arrivato dalla Camera: l’Espositum, i cui principi sono poi stai formalizzati da due emendamenti di Anna Finocchiaro, introduce la soglia al 40 per cento per l’attribuzione alla lista, anziché alla coalizione, del premio di maggioranza nel primo turno elettorale; possibilità del ballottaggio tra le due liste più votate; la soglia di sbarramento unica al tre per cento; candidati capilista bloccati i quali, ove siano di identico sesso, non possono superare il sessanta per cento; la clausola di salvaguardia che prevede applicazione della nuova normativa elettorale a decorrere dal 1 luglio 2016.
Ma oltre alle polemiche di rito c’è stato spazio in extremis anche per un’ultima polemica, quella sulla proposta di coordinamento formale presentata da Anna Finocchiaro, contestata dalle opposizioni per alcune modifiche sostanziali che avrebbe apportato al testo, chiedendone addirittura il ritorno in commissione, "Esiste ancora il bicameralismo, se vogliono possono cambiare alla Camera questa legge di merda, non con la solita manina all’ultimo momento. Questa mattina Calderoli mi ha chiamato e mi ha detto ‘ho il maxiemendamento del governo, se è così è irricevibile’ e questo testo è identico" ha spiegato Vito Crimi, di M5S. "Mi domando se ci prendete per scemi" aveva tuonato in aula Loredana De Petris. Ma alla fine il coordinamento passa, pur con delle parti espunte, e Renzi e Boschi festeggiano.
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