Indicibili e indescrivibili le immagini che ritraggono i corpi degli immigrati sbarcati a Lampedusa. I telegiornali locali e nazionali, ogni giorno, mostrano quello che definirei uno “scempio disumano”; la rabbia vera è dover rimanere impotenti dinanzi a migliaia di persone che chiedono aiuto.
Perché tutti questi clandestini, provenienti da ogni parte del mondo, arrivano in Sicilia? Forse la nostra situazione economica ci permette di sostenerli? No! Tutt’altro. Il problema di fondo parte dallo sfruttamento che queste persone subiscono, perché, certamente, come dimostra la quotidianità, saranno canalizzate verso attività poco remunerate. Le loro mansioni sono quelle che molti “paesi civilizzati” non svolgerebbero perché implicanti “lavori umili”. Loro si spostano dalla propria patria per fare lavori, talvolta, degradanti che, quasi, calpestano la dignità che ogni essere umano, in quanto tale, ha.
Tutte le volte che leggo prospetti di bilancio, relativi agli introiti che percepiscono la maggior parte dei politici nonché i maggiorenti della pubblica amministrazione, l’ira diventa quasi disumana. Qualsiasi possa essere l’impegno nei confronti dello Stato italiano, è accettabile che, solo per “le presenze”, molti percepiscano stipendi che toccano cifre cosi esorbitanti? Poi segui un TG e vedi volti di uomini marchiati dal dolore, enucleando contrasti stridenti che mortificano l’umanità intera. Cercano un pezzo di pane; cercano, altresì, di fare riesumare quella dignità mortificata nelle terre di origine!
Sovente ci si scontra con una realtà tragica, nel cui fondo si annida, tetra, la morte. I volti scuri sono solcati dalle lacrime per la perdita dei loro cari, eppure la loro compostezza è, quasi, quella di una dignità “nuova”: almeno, in questo caso, siamo dinanzi a uomini “ricchi” d’animo: la maggior parte di coloro che vivono di materialismo assoluto, trascurando la presenza di quelli che sono “valori autentici”, non possiede tale “ricchezza” nonostante si atteggi con aria sicura perché sa che l’indomani potrà vivere una vita normale.
L’immigrazione clandestina sarà anche un reato, introdotto nel 2009, sotto il governo Berlusconi, art. 10 bis della Legge n.94 del Luglio del 2009, il cosiddetto “pacchetto sicurezza” che è stato al centro di molte polemiche; si discute infatti sull’abolizione di tale reato, ma la privazione della dignità dell’uomo, per la cattiva gestione, probabilmente, di una politica inesistente o di un sistema che non funziona, dovrebbe essere uno schiaffo morale per tutti coloro che sono incuranti di ciò che sta accadendo realmente.
Esiste una legge che punisce chi non sa amministrare? L’Italia e il resto dell’Europa stanno cadendo a pezzi, i cocci rimasti si potranno saldare? Nella tragedia di Lampedusa, piccoli corpi non hanno nemmeno un nome: come se non fossero mai esistiti in questo cosmo fantasma dove l’uomo sta diventando un burattino, oggi, tristemente “numerato”.
Mi viene in mente un periodo storico che rimarrà inciso, come marchio a fuoco, nella mente di milioni di persone, “1940”- Auscwitz-. Quelli furono anni di torture, di devastazione. Se quelle anime erano numerate per essere riconosciute, oggi, queste anime nuove, del 2013, sono numerate perché non hanno un’identità. Questo triste parallelismo, che s’interseca tra due realtà diverse e tristemente unite dallo stesso fato, mi conduce a pensare che “la dignità si paga a caro prezzo”. Cos’è cambiato da allora? Riutilizzo una frase del grande Salvatore Quasimodo, spostandola in questa triste realtà, donando una nuova interpretazione, aggiungendo: “Queste immagini, mi auguro, colpiscano a sangue il sonno mentale dell’italiano medio ma anche di tutti gli europei, perché un uomo può essere privato di tutto, non della propria dignità”.
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