Il governo Letta ottiene la fiducia della Camera dei Deputati: l’Aula ha approvato con 453 voti favorevoli, 153 contrari e 17 astenuti. Su 623 deputati presenti hanno votato in 606. Martedì toccherà al Senato, intorno alle 13, votare sulle dichiarazioni programmatiche del premier. Dal voto della Camera emerge un esecutivo sostenuto da tre grandi forze parlamentari: Partito democratico, Popolo della liberta’ e Scelta Civica per l’Italia. Con loro anche Centro democratico, il Movimento associativo italiani all’estero e le minoranze linguistiche. Ad esprimersi contro, come annunciato, sono stati invece il Movimento 5 Stelle, Sinistra e liberta’ e Fratelli d’Italia. La novita’ del giorno e’ stata l’astensione della Lega Nord. Questa la motivazione: ‘Abbiamo apprezzato un piglio deciso, ultimativo e chiaro sulla parte delle riforme, finalmente’, ha spiegato il capogruppo alla Camera, Giancarlo Giorgetti, che ha aggiunto: ‘Ci interessa essere protagonisti da subito e per i 18 mesi della stagione di riforme che si avvia con la Convenzione’.
Da domani Enrico Letta, appena incassata la fiducia dell’Aula di Palazzo Madama, partira’ – come annunciato nel suo discorso programmatico – per un rapido tour delle cancellerie dei fondatori dell’Unione europea: Berlino e poi Parigi, per concludere a Bruxelles giovedi’. Un primo giro di ‘presentazione’, per un premier che intende incentrare gran parte del suo operato su politiche europee ed europeiste. Dopo l’impegno del governo Monti per il risanamento dei conti, spieghera’ Letta ad Angela Merkel, l’Italia intende proseguire il cammino di riordino dei conti pubblici. Ma ora il governo e’ politico, ha una forza che in passato non ha potuto avere e dunque le sue richieste in sede bilaterale e multilaterale potranno essere piu’ pressanti. A Francois Hollande Letta mostrera’ i conti, ma proporra’ anche di fare asse per chiedere maggiore impegno della Ue per la crescita. Infine a Bruxelles il premier incontrera’ Manuel Barroso. Letta fara’ sicuramente notare che l’obiettivo del risanamento e’ di fatto raggiunto e dunque il governo si attende che l’Italia esca dalla procedura d’infrazione.
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