Silvio Berlusconi ha lasciato da pochi giorni palazzo Chigi e già in Italia arriva lo stato di polizia tributaria. Il Cavaliere si era sempre opposto allo Stato "spione", quello che ti controlla quanto e come spendi, quello che osserva i movimenti del tuo conto corrente, che tiene sempre sotto controllo i tuoi quattrini. Come se avere qualche soldo in più sia un peccato, una colpa da espiare. E forse in Italia lo è davvero.
Il Grande Fratello orwelliano è già qui. La notizia parla chiaro: dal primo gennaio del 2012 tutti i movimenti dei nostri conti correnti saranno automaticamente comunicati all’Agenzia delle Entrate. Tradotto, vuol dire che il Fisco avrà sotto costante controllo il nostro conto in banca . Alla faccia della privacy.
Eppure dicono che si possa fare, che sia legittimo. E così il segreto bancario non esiste più, viene fatto a pezzi da questo governo di professori e tecnici, che non ha votato nessuno.
Probabilmente in questo modo l’evasione fiscale verrà combattuta maggiormente, e questo è ciò che tutti vogliamo. Anche se c’è già chi si chiede come possa il Fisco analizzare davvero tutta la mole di dati che arriverà nel cervellone elettronico dell’Erario. In ogni caso, sappiamo che al Fisco basterà un piccolo sospetto per intervenire immediatamente. E se c’è chi prende il provvedimento con molta calma ("controllate pure tutto, non ho nulla da nascondere") c’è anche chi è davvero arrabbiato: non preoccupato – qualcuno lo sarà pure, se non ha la coscienza a posto -, ma proprio irritato dal fatto di sapere che il proprio conto corrente potrà essere liberamente e letteralmente spiato dal Fisco italiano. Il fatto che qualcuno, chiunque sia, possa venire a guardare come spendi i soldi che ti sei guadagnato, di certo non fa piacere a nessuno.
Intanto sul web il dibattito è aperto. Qualcuno, fra i tanti, scrive: "Ho deciso: i pochi euro che ho, me li tengo sotto il materasso. Ah, quanto valgono i consigli della nonna…".
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