Fare per Fermare il declino presenterà la propria posizione in merito ai provvedimenti in tema di giustizia civile e commerciale contenuti nel decreto ‘del fare’ attualmente in via di conversione domani 17 luglio a Roma, alle 17:30, presso la sede dell’UNICEF in via Palestro 68. L’incontro, aperto al pubblico, sarà coordinato da Carlo Mosca, membro della Direzione Nazionale e coordinatore del Gruppo Giustizia di FARE. Interverranno: Alessandro Da Re, Leonardo D’Urso, Nicola Gargano, Francesco Mingiardi, Angelo Santi e Alberto Saravalle. Sono stati invitati i componenti delle Commissioni Giustizia della Camera e del Senato.
FARE esprime giudizio positivo sulla reintroduzione dell’obbligatorietà della mediazione ed il rafforzamento di quella delegata, misure che potranno contribuire alla diffusione di questo utile strumento volto non solo alla deflazione del contenzioso giudiziario, ma anche ad una migliore gestione delle conflittualità in genere.
Nel contempo, va evidenziando peraltro come il Governo abbia mostrato di non conoscere a fondo il fenomeno ed abbia ceduto alle pressioni lobbistiche di quella parte dell’avvocatura che difende ad oltranza posizioni corporative (francamente inaccettabili la norma che abilita di diritto gli avvocati ad esercitare come mediatori e l’esclusione dall’area dell’obbligatorietà delle cause per risarcimento danni causati da autoveicoli e natanti solo per tenere integre le rendite di posizione di quella parte degli avvocati che di ciò maggiormente si occupa).
Quanto alle altre misure introdotte dal decreto, alcune sono condivisibili (ad esempio in tema di semplificazione della motivazione, rafforzamento dei ranghi dei magistrati, accelerazione dei termini per la causa di merito in opposizione a decreto ingiuntivo, misure correttive in tema di concordato preventivo) altre criticabili (come la previsione di una proposta conciliativa fatta dal giudice in prima udienza, il cui rifiuto può pregiudicare la decisione finale, essendo chiaro che chi giudica non può agire come mediatore, e la concentrazione in sole tre sedi –Milano, Roma, Napoli – delle cause interessanti società estere).
Nel complesso si tratta però di misure di corto respiro che rischiano di incidere in minima parte. A parere di FARE, manca nell’azione governativa qualsiasi visione generale di come un efficiente sistema dovrebbe essere strutturato al fine di fornire servizi moderni agli utenti.
In proposito FARE ha organizzato un gruppo interno il cui programma di lavoro viene illustrato in occasione dell’incontro del 17 luglio.
Il recente decreto legge 69/2013 “Disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia” contiene numerose “misure per l’efficienza del sistema giudiziario e la definizione del contenzioso”. Oltre al rafforzamento dell’organico dei magistrati, sono previste misure processuali, aggiustamenti in tema di concordato preventivo e la reintroduzione di un nuovo modello di mediazione ‘obbligatoria’ con incontro di programmazione.
FARE considera da tempo la riforma del sistema italiano di gestione del contenzioso civile e commerciale come una priorità, sia per le persistenti carenze strutturali del servizio pubblico (che crea profonda insoddisfazione negli utilizzatori e spaventa gli investitori stranieri) che per l’evidente mancanza di visione generale, che si traduce in ultima istanza in una serie di riforme parziali, tutte incapaci d’incidere effettivamente e cambiare lo stato delle cose.
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