Tutte donne come capolista nelle cinque circoscrizioni italiane per le elezioni al Parlamento europeo. E’ questa la scelta del Partito democratico dal forte valore simbolico, e dall’indubbio impatto mediatico, ratificata nella Direzione del partito di oggi.
Alessandra Moretti per il Nord Est, Alessia Mosca per il Nord Ovest, Simona Bonafè per il Centro, Pina Picierno per il Sud e Caterina Chinnici per le isole. Sono queste le cinque donne scelte dal segretario e premier Matteo Renzi come "punti di riferimento per la nostra battaglia alle europee", dice Renzi sottolineando che non si tratta di "bandierine da mettere lì ma cinque persone che per la loro esperienza e il lavoro che hanno fatto possano dare un contributo in Europa".
La Direzione ha approvato all’unanimità le liste, tuttavia sulla candidatura di Caterina Chinnici, figlia del giudice Rocco ucciso dalla mafia nel 1983, è andato in scena uno scontro tutto siciliano che ha visto come principali protagonisti il governatore Rosario Crocetta e il segretario regionale Fausto Raciti. Il primo a sostenere l’inopportunità della candidatura della Chinnici dal momento che è stata assessore nella giunta guidata da Raffaele Lombardo e il segretario Raciti a difendere la capolista scelta, che ha "una fedina penale immacolata".
Voto a parte, anche nelle dichiarazioni prima e dopo il pronunciamento della Direzione, il consenso alla scelta fatta dalla segreteria è pressoché unanime, almeno per ora e nelle dichiarazioni ufficiali.
Perfino l’ex sindaco di Bari Michele Emiliano, al quale il premier Renzi in persona aveva chiesto poche settimane fa di guidare la lista per la circoscrizione Sud, non ha fatto mancare il suo appoggio alla scelta del partito twittando subito dopo l’annuncio fatto da Renzi: "Veramente è una buona notizia quella di tutte donne capolista Pd alle europee". Per poi proseguire sibillino: "L’ho fatto anche io con la lista civica Emiliano nel 2004!". Come a dire, niente di nuovo.
E uno stimolo, se non proprio una critica alla linea del partito arriva anche da tante donne che plaudono apertamente alla scelta fatta dal segretario per le europee: bene, si dice, ma ora il Pd sia coerente è sostenga al Senato in modo compatto l’inserimento delle norme per il riequilibrio di genere nell’Italicum che sono state bocciate durante il passaggio alla Camera. A dirlo con estrema chiarezza è la vice presidente dei senatori democratici Giuseppina Maturani: quelle delle 5 capoliste donne alle Europee "è una scelta netta e chiara, che qualifica politicamente la delegazione italiana in Europa e che accolgo con favore e soddisfazione. Ora auspico che coerentemente ne consegua l’impegno del Partito tutto e del governo per modificare in Senato l’Italicum e introdurre i necessari correttivi in tema di rappresentanza di genere".
Stessa linea per l’ex capogruppo a Palazzo Madama Anna Finocchiaro, oggi presidente della commissione in cui si deciderà il destino delle riforme di Senato, Titolo V e Italicum appunto, la Affari costituzionali. Dopo aver messo in evidenza l’importanza del via libera definitivo della Camera al ddl che prevede il riequilibrio di genere nell’espressione delle preferenze per le Europee e la scelta delle candidature tutte al femminile per la tornata elettorale del 25 maggio, Finocchiaro sottolinea con forza che "ora manca solo il tassello della legge elettorale per l’elezione della Camera dei Deputati". "L’Italicum – avverte la presidente – dovrà prevedere norme per il riequilibrio di genere, noi presenteremo emendamenti in tal senso e ci auguriamo che l’attesa porti consiglio".
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