In Italia circolano 60.000 auto blu. Messe in fila coprirebbero l’intera distanza autostradale Milano-Napoli andata e ritorno, da casello a casello. Uno schiaffo all’Italia chiamata a vivere di stenti, a mettersi a stecchetto, a tirare la cinghia. Un Paese prossimo alla disperazione e alla miseria, chiamato a fronteggiare pure gli effetti dell’anticiclone Ignaz, che già ha raggiunto il nord-est della Sardegna. In arrivo caldo insolito per fine aprile, sabato e domenica la temperatura salirà in maniera brusca: 26-28 gradi, anche 30, in Umbria, Lazio, Toscana. Sessantamila auto blu a disposizione di ministri e dirigenti rappresentano semplicemente una delle facce dello scandalo italiano; l’altra è identificabile nell’assurda, folle pretesa della politica e di quant’altri: 60.000 non sono sufficienti, ne occorrono ancora 400, di auto blu. L’accrescimento del parco macchine di rappresentanza comporterebbe una spesa di circa di 100 milioni di euro da parte dello Stato. Prendete nota, gente, e giudicate. In Italia c’è chi se ne strafrega altamente se il Paese va alla deriva e se lo stesso non necessiti piuttosto di una totale adesione al "salvaItalia" invocato da Monti.
E io pago, amava sottolineare l’immortale Antonio de Curtis, principe di Bisanzio, in arte Totò, nelle sue esilaranti caricature cinematografiche dell’italiano e del napoletano pasticcione, fantasioso, approssimativo. Momenti indimenticabili. Allora potevamo anche permetterci la risata a crepapancia; oggi no. Le pazze idee vanno respinte con forza al mittente. Bisogna chiederne la cancellazione, bocciarle. Da sole, le 60.000 auto già in circolazione in Italia rappresentano un costo spropositato, inaccettabile, a fronte della crisi economica e della drammatica situazione del nostro Paese. Il costo annuo è di 2 miliardi di euro. Sì, miliardi. Ma si può? Non si dovrebbe. Invece beccati questo: il bando pubblicato sul sito del ministero dell’Economia. "Si indice gara per l’acquisto di berline con cilindrata non superiore a 1600 cc. e dei servizi connessi opzionali per la Pubblica Amministrazione". La spesa prevista è appunto di 100 milioni di euro. Laddove esiste un parere del Centro Servizi per l’ammodernamento della Pubblica Amministrazione: delle 60.000 auto blu, più di 800 sarebbero inutilizzate. Uno spreco mai giustificato a fronte della richiesta di rimpolpare il numero di auto blu, rendendolo più corposo e consistente. L’ennesima contraddizione in termini della politica, abituata ad ammannire agli italiani paradossi in serie.
In Parlamento il bando pubblicato sul sito del ministero dell’Economia fa già discutere. Solleva un autentico polverone, alimentato in particolare dall’opposizione. Antonio Borghese, deputato dell’Italia dei Valori, ha presentato un’interrogazione al vice ministro dell’Economia, Vittorio Grilli. E una richiesta di chiarimento in Aula "in merito all’utilizzo delle autovetture di servizio e di rappresentanza da parte della Pubblica Amministrazione". Al coro che promette di acquisire grande spessore si è aggiunto il ministro Patroni Griffi. Elegante e preciso il suo intervento, un consiglio/invito rivolto a considerare come "in un momento di grandi sacrifici per decine di milioni di cittadini ed europei erano previste disposizioni per accertare che le situazioni previste si traducano in effettivo risparmio permanente e in contributo di risanamento dei conti pubblici". Affiora prepotente anche un problema di trasparenza. Monta il dibattito sulle auto blu. Patroni Griffe si è premurato di calare sul tavolo il classico carico da sedici. "Sulla trasparenza in tema di uso di auto pubbliche, l’Italia può diventare un esempio virtuoso per tutta l’Unione Europea, dove realmente esiste un monitoraggio continuo e così dettagliato". Paladini e fissati delle auto blu sono serviti, incartate e portate a casa. Dovendo inoltre considerare ministri e politici spendaccioni con soldi non loro l’esistenza del decreto legge del 2010. Ovvero l’introduzione dell’obbligo di "non effettuare spese superiori all’ottanta per cento della spesa sostenuta nel 2009". Inevitabile la domanda: è compatibile la nuova spesa di 100 milioni per l’acquisto di auto blu? Elementare, Watson. Facile facile la risposta. A ben vedere, la trasparenza non manca. Presente in buona misura, ha permesso d’individuare il bando che non incontra l’assenso delle persone provviste di un minimo d’intelletto. L’Italia che ragiona s’interroga sull’opportunità di dare corso al bando ministeriale, visti i tempi che corrono in materia di crisi economica e di antipolitica montante. Cancellare, prego.
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