"Sono un garantista e vedremo gli sviluppi della vicenda giudiziaria, ma sul piano politico c’è una questione gigantesca: De Luca ha mentito ai cittadini e al suo partito sulle ragioni delle dimissioni del suo caposegreteria, pur sapendo di essere sottoposto ad indagine. Questo rende insostenibile la sua posizione e inquietante il silenzio di Renzi. Mi chiedo: c’è una sola persona in Italia in grado di capire perché Marino sia stato mandato a casa e De Luca sia ancora in carica? Fra sei mesi si vota a Napoli per il nuovo sindaco. Il Pd rischia di avviarsi a un ulteriore disastro". Lo afferma Alfredo D’Attorre, deputato ex Pd ora fondatore di Sinistra Italiana, in una intervista al Fatto.
Già segretario dei Ds a Salerno dal 2004 al 2007 e pur giudicando De Luca un "amministratore molto capace, corretto, amato" sottolinea che "già negli anni della mia segreteria a Salerno cominciavo a cogliere i segnali di una deriva personalistica e anche un certo senso di onnipotenza, cose che non facevano presagire sviluppi positivi". E giudica la candidatura di De Luca alla guida della Campania "un grave errore, innanzitutto di De Luca che avrebbe dovuto prendere atto di una sentenza di primo grado, riconoscere l’impedimento della Severino e aspettare la fine della vicenda giudiziaria. Ma l’errore più grande è stato del Pd e di Renzi nel consentirlo, piegandosi all’ostinazione di De Luca ad andare avanti. Un errore dettato da opportunismo, che ha finito col provocare un danno grave al Pd e soprattutto alla Campania".
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