La crisi fa male non solo al portafoglio ma anche alla salute agli italiani, soprattutto i piu’ anziani e quelli che gia’ soffrono una condizione socio-economica di difficolta’. Circa due milioni di over 65, infatti, stringono la cinghia rinunciando alle cure e anche limitando l’acquisto dei farmaci non rimborsati dal Servizio sanitario nazionale e se proprio sono costretti a curarsi, anziche’ scegliere la via rapida della visita privata, si ‘rassegnano’ alle attese del pubblico.
La fotografia e’ stata scattata dal Censis che, dopo aver certificato a meta’ 2012 che sono 9 milioni in totale gli italiani che risparmiano sulla salute perche’ non se lo possono piu’ permettere, e’ andato a vedere piu’ da vicino la composizione di questo gruppo, constatando che quattro italiani su dieci che rinunciano alle prestazioni sanitarie appartengono a nuclei familiari con basso livello socio-economico (il 39,8%).
Si tratta, ha spiegato Ketty Vaccaro, responsabile Welfare del Censis, illustrando il rapporto aggiornato a margine di un incontro sulla sanita’ a Roma, ‘di due fasce a rischio. Sono stati costretti a rinunciare alle cure proprio quelle persone che ne avrebbero piu’ bisogno’. Altro dato significativo emerso dall’analisi, aggiunge l’esperta, il fatto che sulla popolazione generale il 35% degli italiani (e di questi il 40% e’ over 65%) ‘ha comunque detto ‘grazie che il welfare c’e’ ‘ perche’ ha cercato una risposta sanitaria ‘rassegnandosi alle lunghe liste di attesa in strutture pubbliche o convenzionate, mentre in altri tempi avrebbero fatto ricorso alle strutture private, pagando interamente di tasca propria la prestazione’. Anche perche’, sottolinea Vaccaro, ‘si sta progressivamente erodendo la ricchezza delle famiglie, che hanno sempre meno possibilita’ di rispondere ai bisogni del loro ‘doppio carico’ da sostenere, da un lato i figli che non riescono a trovare lavoro, o che rientrano nel nucleo familiare perche’ precari, e dall’altro gli anziani’.
Gli italiani, insomma, anche quando non rinunciano a curarsi, hanno a disposizione sempre meno mezzi per farlo. E lo dimostra il fatto che uno su cinque, e il 20,8% degli anziani, fascia di popolazione che in generale e’ grande consumatrice di medicinali, ha anche ridotto l’acquisto di farmaci pagati direttamente di tasca propria.
Dati ‘agghiaccianti’ secondo Carla Cantone, segretario generale dello Spi-Cgil, che dimostrano senza appello che ormai ‘per potersi curare in Italia bisogna essere ricchi e facoltosi’. Di fronte a uno scenario ‘drammatico viene da domandarsi – aggiunge – che cos’altro deve succedere affinche’ la politica si svegli e rilanci sanita’ e welfare’.
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