Giu’ gli spread, economia in ripresa con un export che gia’ e’ risalito, obiettivi di deficit centrati per i prossimi due anni: l’Italia ha ‘rispettato gli impegni e i mercati hanno riacquistato fiducia’, anche grazie a un’Europa che e’ tornata in campo a sostegno dell’euro, convincendo gli investitori. Cosi’ il ministro dell’economia Vittorio Grilli descrive la situazione ‘positiva’ di una economia ‘migliorata strutturalmente’ e in attesa di ‘un cambio di trend’ gia’ nei primi mesi del 2013. Per il ministro, spia del miglioramento italiano e’ la situazione dell’export ‘che ha ripreso quote di mercato’. Una dinamica che ha portato anche commentatori internazionali a ‘vedere gli effetti delle manovre sulla nostra economia’, perche’ l’export e’ la ‘cartina di tornasole di un’economia che si sta riprendendo’, perche’ registra la competitivita’ all’estero. Il fatto che l’Italia si sia mantenuta competitiva anche rispetto ai Paesi Brics, ‘e’ un segnale importante’.
Certo, non c’e’ ancora spazio per ‘manovre anticicliche’, ammette il ministro, convinto che una mossa simile vanificherebbe gli sforzi di credibilita’ fatti finora: ‘Dire che abbiamo cambiato idea (rispetto al risanamento, ndr) non credo che aiuterebbe molto i nostri spread’, ha aggiunto. Ed e’ proprio la riduzione del differenziale tra i nostri bond e i bund tedeschi il dato che ha convinto di piu’ anche i mercati: ‘E’ dovuto a una combinazione di fattori, l’Ue e l’Italia stanno assolvendo ai propri impegni e quindi c’e’ un giudizio positivo dei mercati che hanno riacquistato fiducia nell’euro e nell’Italia’, ha spiegato il ministro, secondo cui ‘se abbiamo ottenuto questi risultati e’ perche’ abbiamo mantenuto una politica fiscale rigorosa, abbiamo preso degli impegni e mantenerli e’ quello che ci ha dato i risultati’.
Ma se con spread dimezzati abbiamo vantaggi dal punto di vista del costo del debito, per Grilli ‘non possiamo dire che abbiamo risparmi e quindi risorse da usare’. Non e’ un ragionamento utile, spiega, perche’ ‘perche’ per la volatitlita’ dei tassi, per definizione non sono risparmi certi, ma dipendono dai movimenti del mercato’. Inoltre, ‘nessuna regola contabile, e sicuramente non quelle europee, consente di anticipare risparmi dai tassi di interesse e usare gli eventuali risparmi per coperture’. E mentre il Tesoro conferma tutti gli obiettivi, e non da ultimo tutti i saldi della legge di stabilita’, oggi il centro studi fondato da Vincenzo Visco e Pierluigi Bersani, il Nens, lascia intravedere la prospettiva di una manovra in apertura della prossima legislatura: ‘Potrebbe aprirsi con la necessita’ di realizzare in tempi rapidi una manovra di rientro dal disavanzo eccessivo e/o di di correzione del sentiero di evoluzione del rapporto debito/Pil’, scrive il Nens, anche a causa del ‘pessimo andamento dell’Iva – si legge nel Rapporto – presumibilmente dovuto all’incremento dell’evasione’.
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