La Guardia di Finanza accende i riflettori sulle spese dei 17 gruppi consiliari della Regione Molise. Proprio quei gruppi che negli ultimi tempi sono stati spesso agli onori della ribalta nazionale per essere troppi, con pochi politici dentro (molti sono monocellulari), e che costano due milioni di euro l’anno in una regione che conta appena 320mila abitanti. Alle 9 di questa mattina cosi’ e’ accaduto quello che si e’ gia’ verificato in molte altre regioni nei giorni passati: gli uomini in borghese del Gico della Guardia di Finanza hanno bussato agli uffici regionali tra via Crispi e via Colitto, nel centro di Campobasso. E’ li’, al secondo piano, che ha sede la Ragioneria del Consiglio. Sono rimasti dentro fino a pochi minuti dopo le due del pomeriggio. In tutto cinque ore per fare controlli sui conti, verifiche sulle spese di funzionamento dell’apparato politico dell’ente e per portare via un consistente faldone con all’interno centinaia di documenti. L’operazione – hanno precisato gli inquirenti – e’ volta a ricostruire quanto erogato ai gruppi del Consiglio regionale e come sono stati spesi questi soldi. Si lavora sui documenti che riguardano gli ultimi tre anni gia’ passati: 2009, 2010 e 2011.
Non c’e’ al momento alcuna ipotesi di reato, si tratta infatti di un’indagine conoscitiva. I militari sono arrivati alla Ragioneria su indicazione del sostituto procuratore del tribunale di Campobasso, Nicola D’Angelo: il magistrato ha aperto un fascicolo in linea con quanto sta accadendo un po’ in tutta Italia. ‘Un lavoro – hanno sottolineato i vertici provinciali delle Fiamme Gialle – destinato a non concludersi subito. Le indagini e le acquisizioni di documenti proseguiranno infatti anche nei prossimi giorni e potrebbero essere estesi ad altri anni ancora. Il presidente del Consiglio regionale, Mario Pietracupa, si dice comunque tranquillo.
‘Da parte nostra massima collaborazione – afferma commentando il blitz della Finanza – e’ un discorso che si sta verificando un po’ ovunque, ben venga anche il controllo che serve a far chiarezza e a tranquillizzare i cittadini’. Poi pero’ fa anche autocritica: ‘Dispiace solo il fatto che avremmo dovuto noi, come politica, prevedere qualcosa del genere. Avremmo dovuto prevedere una legge che, in qualche modo, rendesse molto piu’ obiettivo e trasparente tutto questo percorso. Con la pubblicazione dei dati, probabilmente, la Guardia di Finanza, avrebbe potuto vedere tutto online’.
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