Pubblichiamo qui di seguito il testo dell’intervento di oggi in commissione Esteri del senatore Aldo Di Biagio, Per l’Italia, dove è stata discussa l’interrogazione relativa ai contrattisti del MAE.
LA REPLICA
La ringrazio, Signor Ministro, delle sue evidenze. E voglio cogliere l’occasione anche per ringraziarla della puntualità con cui vengono offerti riscontri, dal suo dicastero, agli atti di sindacato ispettivo. Una puntualità che altrove, purtroppo, non è parimenti rispettata.
Venendo alla questione oggetto della mia interrogazione, il problema è stato parzialmente superato per quanto riguarda il rischio di licenziamento per i contrattisti del MAE in caso di trasferimento ad altro Paese a seguito di chiusura della propria sede consolare. Di questo posso dirmi più che soddisfatto.
Tuttavia permane una forte criticità in relazione ai contratti di lavoro. In pratica, quando una sede consolare viene chiusa a causa della riorganizzazione della rete estera, il personale impiegato a contratto – disciplinato dalla normativa italiana oppure dalla normativa locale – viene trasferito ad altra sede, in altro paese.
La nostra legge in riferimento a tali circostanze, prevede esplicitamente che "L’impiegato riassunto presso altro ufficio conserva, a tutti gli effetti, la precedente anzianità di servizio ed il precedente regime contrattuale". Attualmente, invece, l’amministrazione sta prevedendo una revisione contrattuale secondo la normativa del paese di destinazione. Ciò significa, volendo fare un esempio, che se un impiegato in servizio presso la sede in chiusura di Santo Domingo viene trasferito a Santiago del Cile, è costretto a sottoscrivere un contratto ex novo secondo la legge cilena. Circostanza che determina una perdita economica ingente, alla quale si aggiunge l’impossibilità di mantenere anche l’anzianità maturata.
Sussistono attualmente casi di impiegati che si trovano a lavorare in un altro Paese, guadagnando la metà dello stipendio percepito in precedenza, con forti riduzioni contrattuali. Con un approccio che annulla, di fatto, la storia professionale dei lavoratori coinvolti e ne degrada diritti e prerogative. E che travisa, direi arbitrariamente, le disposizioni normative citate.
Io spero che l’amministrazione MAE vorrà recepire sotto questo aspetto le legittime istanze dei lavoratori coinvolti. Dimostrando quella capacità di ascolto e di rimodulare le proprie scelte, nel pieno rispetto della normativa vigente, che sono un elemento fondamentale per realizzare una piena efficienza operativa.
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