Alla fine l’ha spuntata l’ex magistrato. Nitto Palma e’ stato eletto presidente della commissione giustizia dopo tre votazioni andate a vuoto e una quarta che lo ha visto contrapposto, al ballottaggio, al senatore Cinque Stelle Mario Giarrusso. Un’elezione che ha rischiato di mettere a repentaglio la tenuta della maggioranza. Sulla presidenza della commissione giustizia, infatti, era stato raggiunto un accordo tra Pdl e Pd. O almeno cosi’ si riteneva nei due partiti. Perche’ il secondo chiedeva un presidente di garanzia che il primo aveva individuato proprio nella persona di Nitto Palma. Ma l’ex magistrato non era quel che i democrat si aspettavano e, gia’ ieri, avevano dato un segnale facendo mancare i voti alle prima e seconda votazione. L’allarme non ha tardato a manifestarsi tra i senatori Pdl che dopo le votazioni si sono intrattenuti nel cortile di Palazzo Carpegna, dove hanno sede le Commissioni, per analizzare il da farsi. Palma osservava e ascoltava con affettato distacco, ma chi ha avuto modo di parlare con il senatore lo ha trovato ‘indispettito’. Il timore di Palma era che, nelle votazioni seguenti, si potesse trovare un accordo su un senatore piu’ anziano, magari il ‘collega’ di partito Giacomo Caliendo, e arrivare ad un ‘pari’ che lo avrebbe portato a ‘soccombere’. Timori fondati: i senatori Pdl avrebbero infatti compiuto un giro di ‘perlustrazione’ tra i gli altri gruppi per vedere se un nome alternativo potesse sbrogliare la matassa. "A questo punto e’ un problema politico che investe i vertici del Pdl", spiegava nel frattempo il diretto interessato. E il vertice del Pdl ha preso in mano la situazione convocando lo stato maggiore a Palazzo Grazioli e ribadendo che per la Commissione Giustizia del Senato "c’e’ solo Nitto Palma".
Parole, quelle di Silvio Berlusconi, che hanno fugato le ultime resistenze e convinto la Lega a dare una mano. "La Lega ha votato Nitto Palma, il Pd scheda bianca", ha fatto sapere Lucio Barani, senatore del gruppo Grandi Autonomie e Liberta’. Una scelta che ha messo al riparo governo e maggioranza da fibrillazioni che ne potevano determinare la fine. Di questa preoccupazione si e’ fatta interprete Scelta Civica che, dopo aver annunciato "scheda bianca", ha spiegato con il capogruppo Gianluca Susta: "Abbiamo preferito salvaguardare la tenuta della maggioranza". Stessa scelta da parte di Karl Zeller, rappresentante delle Autonomie in prima commissione. Ha tenuto il punto il Pd, rinfocolando le polemiche innescate ieri da alcune dichiarazioni di suoi esponenti. Su quelle polemiche e’ tornato oggi Nitto Palma: "Non c’e’ nulla di meglio, per affossare il governo, che usare termini come ‘sparare’ o ‘indecente’, soprattutto dopo quanto e’ accaduto a Palazzo Chigi", ha detto riferendosi alle critiche che il senatore Pd Corradino Mineo ha riservato alla sua persona: "Non credo che il presidente Berlusconi possa accettare di parlare con chi si presenta cosi’". Affermazione sibillina che ben spiega quale sia stato il ‘valore aggiunto’ dell’elezione dell’ex magistrato.
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