La settimana scorsa il Pd estero attraverso i suoi eletti ha lanciato una petizione popolare per raccogliere firme affinché i 300 euro della tassa consolare per la cittadinanza rimangano ai consolati. Indipendentemente da dove sia partita questa petizione, la ritengo una buona idea, degna di essere appoggiata e soprattutto divulgata. Chi critica questa iniziativa facendo delle polemiche sterili non ha capito nulla, e non riesce a superare la logica di populismo e protagonismo a tutti i costi.
Possiamo discutere ed essere divisi su mille altre cose, ma questa petizione va appoggiata, se veramente vogliamo il bene degli italiani all’estero. Mi sono meravigliato che una certa parte politica abbia acceso un dibattito che secondo me non ha nulla a che vedere con l’iniziativa degli eletti all’estero del Pd.
Dobbiamo superare questo scoglio della contrapposizione a tutti i costi: qualsiasi cosa faccia l’avversario va attaccata, anche se è una cosa buona. Con questa logica a pagare sono gli italiani all’estero. Una volta esistevano i governi della distensione e del compromesso storico, i governi del pentapartito discutevano, con modi giusti o sbagliati, ma almeno ci provavano a dialogare ed è quello che manca agli eletti all’estero, sempre sulle barricate.
Andiamo oltre e proviamo tutti a fare uno sforzo di comprensione e soprattutto cerchiamo coesione su temi condivisibili, altrimenti non si arriva da nessuna parte e i prossimi governi saranno la fotocopia di quelli passati, sordi su quel che riguarda gli italiani nel mondo.
Dal 2006 ad oggi, questi dieci anni dal primo voto degli italiani all’estero non ci hanno insegnato nulla, abbiamo prodotto solo chiacchiere e spreco di danaro pubblico. Cari eletti oltre confine, non vi paghiamo per fare le vacanze romane ma per produrre e per attuare i programmi che voi stessi vi siete impegnati a realizzare in fase di elezioni.
Concludendo, mi rivolgo a MAIE, Fi, Pd: almeno su queste cose abbassate le armi e cercate il dialogo; sono certo che punti in comune si trovano. Da parte mia, questa iniziativa la sposo volentieri, perché quando si parla di dare risorse agli italiani all’estero non si è né di destra e né di sinistra ma italiani, senza demagogia e retorica.
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