‘E’ urgente che il Paese abbia una guida, un governo stabile’ mentre sarebbe ‘grave’, ‘disperdere i sacrifici fatti dai cittadini’ mettendo ‘a rischio’ la tenuta dei conti pubblici. Seppure svoltosi in forma ridotta per la concomitanza con gli eventi "straordinari" che hanno coinvolto la Chiesa con la rinuncia di Benedetto XVI e l’elezione di Papa Francesco, il Consiglio permanente della Cei non perde di vista la situazione politica del Paese, con i suoi riflessi economici e sociali, e formula il suo monito alla classe politica rinnovata dalle urne. La tradizionale prolusione del cardinale presidente, Angelo Bagnasco non si e’ tenuta, ma a prendere la parola oggi, mentre al Quirinale vanno avanti le consultazioni per trovare la "quadra" dopo l’incerto risultato elettorale, e’ stato mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei. Il vescovo non entra nel dettaglio di ipotesi come l’opzione di un governo di larghe intese o di scopo, ma il suo messaggio e’ chiaro: i vescovi italiani avvertono ‘l’urgenza che il Paese ha di avere una guida, un governo stabile’. ‘Questa – spiega – e’ indubbiamente un’esigenza che i vescovi avvertono proprio perche’ già da mesi diciamo, a partire dal cardinale presidente Angelo Bagnasco, che abbiamo vissuto un anno di grande impegno e fatica per cercare di mettere al sicuro l’economia del Paese e la tenuta del Paese dal punto di vista anche piu’ in generale istituzionale e sociale’. ‘Sarebbe veramente grave – e’ quindi il monito di Crociata – che i sacrifici fatti venissero cosi’ frettolosamente e superficialmente messi a rischio con conseguenze che non vogliamo pensare’.
Insomma, quello dei vescovi italiani e’ un richiamo a una seria presa di responsabilita’. ‘L’auspicio – sottolinea il presule – e’ che si pervenga alla costituzione di un governo, di una compagine il piu’ possibile stabile che assicuri la guida del Paese e la risposta alle domande di tenuta dei conti, di stabilita’ complessiva, di rilancio dello sviluppo per rispondere ai bisogni che salgono dalle famiglie e dai gruppi piu’ disagiati che vedono pericolosamente aggravarsi la loro situazione’.
Intanto, i vescovi che nei loro lavori non sono stati introdotti dalla prolusione del presidente, ‘un atto di delicatezza’ verso il nuovo Pontefice, ha spiegato mons. Crociata, si sono dati appuntamento a maggio, dal 20 al 24, quando si terra’ l’assemblea generale a cui Papa Francesco e’ stato ‘gia’ invitato’. Un altro appuntamento e’ quello di settembre, dal 12 al 15, a Torino, con la 47/a Settimana sociale dei Cattolici italiani incentrata sul tema della famiglia come ‘speranza e futuro per la societa’ italiana’. L’obiettivo dell’evento, di cui al ‘parlamentino’ Cei e’ stato discusso il documento preparatorio, e’ quello di ‘far cogliere al Paese come il mettere al centro della vita culturale, sociale e politica la famiglia significhi porre un fondamento indispensabile per il bene e la crescita di tutti, per un futuro di speranza dei giovani, per una societa’ civile piu’ libera’.
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