Niccolò Ghedini, deputato del PdL e avvocato del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, è soddisfatto per la decisione del gip di Napoli di dichiarare la competenza della Procura di Roma sul caso Tarantini-Lavitola. "L’indagine a Napoli non doveva neanche iniziare", sottolinea Ghedini, convinto che "a Roma ci sarà il riserbo e l’attenzione che purtroppo a Napoli non abbiamo visto".
Il Popolo della Libertà esulta, e in maniera compatta invita il Cavaliere a non mollare, nonostante le opposizioni gli chiedano con insistenza sempre maggiore di lasciare Palazzo Chigi.
Il Pdl rilancia in commissione alla Camera il cosiddetto ‘processo lungo’, mentre al Senato si punta decisi sulla ‘prescrizione breve’.
Berlusconi in queste ore tace, almeno pubblicamente. Il premier è ad Arcore insieme ai suoi collaboratori più stretti. A Palazzo Grazioli dovrebbe rientrare nella serata di domani, o al massimo giovedì mattina per partecipare al Consiglio dei ministri delle 9. Chi gli ha parlato riferisce che il premier continua a definirsi un perseguitato giudiziario: contro di me, avrebbe detto sfogandosi con i suoi, poteri forti e toghe rosse, che hanno dalla loro parte certi media di sinistra. Ma io, continua Berlusconi, non ho fatto nulla di male. Eppure le opposizioni cercano di darmi la spallata attraverso le procure di mezza Italia. "Mi considerano un nemico da abbattere", ma io non mollo e vado avanti.
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