Con il Capodanno tornano i ‘botti’, e con essi tutti i pericoli per la salute che, soprattutto chi li usa con poca attenzione o ne acquista di illegali, inevitabilmente corre. A spiegare cosa puo’ accadere prendendo questi rischi alla leggera e’ Giovanna Vitelli, medico capo della direzione centrale Sanita’ della Polizia di Stato.
Le maggiori lesioni a cui si puo’ andare incontro, spiega la dottoressa, riguardano patologie "di estrema gravita’, perche’ si tratta dell’impatto di sostanze incandescenti con il corpo che provocano spesso dei danni gravissimi. Per questo l’infortunato deve essere immediatamente soccorso e trasportato all’ospedale piu’ vicino".
Le parti del corpo piu’ a rischio sono sempre le stesse: le mani, le braccia, il volto, gli occhi e le orecchie, che vengono esposti al rischio di "ustioni di tutti i tipi, dal primo al secondo e terzo grado fino alla lacerazione e allo sfacelo traumatico dei tessuti". Con conseguenze gravissime, che in casi estremi, mette in guardia Vitelli, "possono portare all’amputazione di intere parti del corpo, come dita e mani, ma anche all’enucleazione del bulbo oculare".
I possibili danni alla salute non provengono pero’ solo dall’esplosione accidentale o incontrollata di un fuoco artificiale, ma sono legati anche all’inalazione di fumi e di polveri sottili. "Particolare cautela deve essere prestata dalle persone che gia’ soffrono di asma o di allergia a metalli- avverte il medico della Polizia- perche’ i fumi contengono una notevole quantita’ di arsenico e di metalli pesanti in generale e sono costituiti da particelle fini e sottili inferiori al millimicron che penetrano negli alveoli polmonari e poi si immettono nella circolazione sanguigna, col rischio che si depositino negli organi vitali".
Per questo, conclude la dottoressa, "attenzione particolare va prestata ai bimbi, che inalando questi fumi possono sviluppare immediatamente delle reazioni allergiche anche gravi, e alle persone asmatiche, con un’attenta sorveglianza soprattutto laddove ci fossero persone epatopatiche, nefropatiche o cardiopatiche".
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