Un catetere troppo grande, incompatibile con gli organi di una bimba tanto da recidere una vena. Potrebbe essere morta per questo la piccola di due anni e mezzo in attesa di un trapianto di midollo osseo al POliclinico di Tor Vergata. I carabinieri hanno sequestrato il catetere, che la Procura di Roma sottoporra’ ad accertamenti, mentre la commissione voluta dallo stesso nosocomio ha gia’ ascoltato venti persone per fare luce su una vicenda che avrebbe gia’ evidenziato "responsabilita’ specifiche". Responsabilita’ che ricadrebbero su una stretta cerchia di sanitari, meno di sette. "Saremo inflessibili", fanno sapere dal Policlinico Universitario. E lunedi’ la relazione arrivera’ alla Regione Lazio e al Ministero corredata dai provvedimenti che la direzione intendera’ prendere se emergeranno responsabilita’ professionali.
Intanto i sette indagati potrebbero essere convocati a breve in Procura a Roma: si tratta dei componenti l’equipe, che hanno avuto in cura la bambina morta mercoledi’. Ai pm, i medici, infermieri ed anestesisti finiti sotto inchiesta dovranno raccontare cosa e’ accaduto nelle operazioni svolte durante l’applicazione del catetere. Chi indaga si limita ad affermare che si e’ trattato di un errore umano ma, sembra, non compiuto da mani inesperte visto che, si sottolinea, nell’equipe c’erano tutti medici e sanitari "di lungo corso". Tanto da essersi reso conto subito della situazione e avere tentato di tutto. Gli indagati dovranno raccontare al pm Maria Francesca Loy, titolare del fascicolo in cui si ipotizza il reato di omicidio colposo, come un intervento di routine, finalizzato ad un seconda operazione, sia durato diverse ore e cosa non ha funzionato. I carabinieri della Stazione di Tor Vergata, intanto, dopo aver sequestrato la cartella clinica, hanno proceduto anche a prelevare presso il Policlinico romano il catetere recuperato dopo l’autopsia svolta ieri, e lo hanno messo a disposizione della magistratura. Sul catetere potra’ essere svolta una perizia volta ad accertare se era troppo grande per essere impiantato in una bambina e se le dimensioni non compatibili con gli organi abbiamo causato la rottura della vena e il conseguente "collasso" di un polmone invaso dal sangue. Del resto, la stessa autopsia ha certificato che la morte e’ sopraggiunta per uno shock derivante da emotorace, ovvero un polmone invaso dal sangue. I magistrati, dopo l’esame autoptico, hanno dato il nulla osta per poter far svolgere i funerali. Le esequie, secondo quanto afferma il padre della bimba che in queste ore e’ rientrato con la moglie a Gela in Sicilia, potrebbero tenersi domani o, al piu’ tardi, lunedi’. Resta comunque forte il dolore dei familiari per quanto accaduto mercoledi’. "Mia nipote stava benissimo, non aveva nessun problema. Dovevano mettere solo un catetere – afferma la nonna paterna – .Non sono riusciti neanche a fare questo perche’ evidentemente c’erano degli incompetenti. Per questo chiediamo giustizia. Quelli che hanno sbagliato devono pagare: siamo una famiglia distrutta, una famiglia disperata”. Dal canto suo il sindaco di Gela, Angelo Fasulo, si dice pronto a proclamare il lutto cittadino nel giorno in cui verranno celebrati i funerali.
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