Silvio Berlusconi ha i giorni contati. Politicamente, s’intende. O almeno, per quanto riguarda la sua presenza in Senato. Mercoledì sera, infatti, la Giunta voterà, e i numeri parlano chiaro: il Cavaliere sarà costretto a lasciare il suo seggio a Palazzo Madama. Che succederà, da quel momento in poi? Cadrà il governo Letta? Si tornerà alle urne a breve?
Certo non sono pochi quelli che spingono per un ritorno al voto. Fra questi, Enrico Pianetta, Responsabile Nazionale Seniores di Forza Italia: “Chi afferma che chiamare la sovranita’ del popolo ad esprimersi con nuove elezioni, porterebbe il paese nel baratro, non vuole rendersi conto che l’Italia si trova gia’ in un vortice economico e sociale disastroso e soprattutto che non ne sta uscendo”. Dunque, afferma Pianetta, “sia ancora una volta Berlusconi a prendere l’iniziativa, dimenticando le angherie e i soprusi subiti, e sospinga il paese al chiarificatore e sovrano momento elettorale".
Il comportamento del Pd sul caso Berlusconi all’esame della Giunta del Senato? Renato Schifani, presidente dei senatori azzurri, commenta: "Un maggiore contegno, una maggiore compostezza da parte di alcuni soggetti del Parlamento, avrebbe sicuramente svelenito il clima e avrebbe potuto anche fugare i sospetti che per me ormai sono certezze: che c’e’ chi adoperando questa metodologia vuol fare saltare i nervi a qualcuno".
"Io ho denunciato questi aspetti addirittura nel mese di agosto. Io ho sempre sostenuto questo governo, lo ha sempre sostenuto anche Berlusconi, ma una cosa e’ l’auspicio e la volonta’ di dare al paese un governo che abbiamo fortemente voluto, un’altra e’ verificare la possibilita’ di una convivenza dopo il clima che si e’ instaurato in Senato". "Io mi auguro che qualcuno ci pensi attentamente, rifletta sulla possibilita’ di verificare che ci sono margini per rimettere agli organismi costituzionali nazionali ed europei, l’applicabilita’ e l’interpretazione di una norma che per la prima volta viene applicata ad un parlamentare per dimostrare che vi e’ la volonta’ da parte di tutti di affrontare il tema spogliandosi da pregiudiziali politiche". Se invece salterà tutto per aria, a quel punto – spiega Schifani – “occorrerà verificare se vi saranno i margini della convivenza".
VOTO IN AULA: PALESE O SEGRETO? Intanto di discute già del voto in Aula, che seguirà a quello della Giunta: palese o segreto? “Il regolamento del Senato e’ chiaro e prevede il voto segreto a meno che non si realizzino nuove maggioranze anche in termini di regolamenti, ma non vi sarebbero i tempi”, sostiene il capogruppo PdL, aggiungendo: “Finora la prassi e’ stata ampiamente violata, le regole procedurali per fortuna no”.
Il capogruppo leghista al Senato, Massimo Bitonci, fa nel frattempo sapere che la Lega Nord “chiederà la votazione palese quando arriverà in aula al Senato il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi. Su questa vicenda riteniamo che ogni partito debba assumersi in maniera limpida le proprie responsabilità davanti ai cittadini senza sotterfugi o giochi politici".
Anche Antonio Di Pietro, intervenendo alla festa dell’Idv, spinge per il voto palese: “Chi non ha il coraggio di votare palesemente che cosa ci sta a fare in Parlamento? Abbiano la dignità di rinunciare alla segretezza del voto”. In ogni caso per il presidente dell’Idv “è assurdo che in Parlamento si possano votare delle sentenze come sta accadendo per Berlusconi. E poi questo che cosa significa? Che i parlamentari possono annullare una sentenza? Questo sarebbe inammissibile”.
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