Le parole pronunciate durante un’intervista al quotidiano Avvenire dal capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda – “Berlusconi ineleggibile” e “no a Berlusconi senatore a vita” – fanno imbestialire l’interno Popolo della Libertà. Dal partito che ha sede in via dell’Umiltà una serie interminabile di repliche in direzione dell’esponente dem. Per Renato Schifani, presidente dei senatori PdL, l’intervista di Zanda “non facilita il compito del governo Letta”, non è in questo modo che si aiuta “il processo di pacificazione in atto”, anzi, “si rischia di porre dei paletti invalicabili alla riuscita dell’esecutivo”.
Renato Brunetta, capogruppo PdL alla Camera, le affermazioni di Zanda “sono irricevibili”, “è inaccettabile e irresponsabile che il capogruppo di un partito di coalizione pretenda l’ineleggibilità del leader del maggior partito alleato".
Daniele Capezzone, coordinatore dei dipartimenti del Pdl e presidente della Commissione Finanze della Camera, chiede al Pd “se conferma e condivide le opinioni a dir poco incendiarie manifestate dal senatore Zanda. E’ bene sapere se, per il Partito Democratico, sia una priorita’ quella di tentare di escludere dalle istituzioni chi, come Silvio Berlusconi, e’ stato eletto sei volte dagli italiani, e ha raccolto, stavolta, il consenso di 10 milioni di elettori. Dopo di che, ciascuno puo’ valutare quanto parole cosi’ avventate e illiberali possano giovare alla solidita’ del Governo e della maggioranza. Cui prodest?".
Luca d’Alessandro, segretario della commissione Giustizia della Camera, dichiara: “Il senatore Zanda conferma che e’ in atto un tentativo per liberarsi di Silvio Berlusconi con ogni mezzo, tranne quello lecito che passa attraverso la via democratica rappresentata dalle elezioni. Chiediamo al Pd risposte chiare: Zanda parla a titolo personale oppure e’ questa la linea politica del suo partito?".
Nel dibattito interviene anche Mara Carfagna, portavoce dei deputati Pdl: “Alzare provocatoriamente la tensione come prova a fare il senatore Luigi Zanda non aiuta certo a favorire la stabilità del governo e, quindi, a produrre soluzioni per i problemi del Paese”. Altero Matteoli, presidente della commissione Lavori pubblici al Senato, taglia corto: "Se il Pd vota l’ineleggibilita’ di Berlusconi e’ chiaro che andiamo tutti a casa".
E mentre il PdL è in rivolta, c’è chi si augura che le parole di Zanda siano in realtà condivise da tutto il Partito Democratico. E’ il caso del Movimento 5 Stelle, naturalmente, che si fa sentire attraverso Vito Crimi, capogruppo grillino al Senato: “Prendiamo in parola Zanda: siamo assolutamente pronti a votare l’ineleggibilita’ di Berlusconi".
Suona la carica anche Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori: “Meglio tardi che mai. Finalmente dal Pd arriva una parola chiara sul tema dell’ineleggibilita’ di Silvio Berlusconi. Ci auguriamo che dalle parole si passi ai fatti e che non sia la posizione isolata di un singolo esponente del Partito democratico".
Tuttavia, all’interno del Pd prova a gettare acqua sul fuoco Nicola Latorre: “Con tutto il rispetto – dice il senatore dem -, non spetta nè a me nè a Zanda decidere su chi deve fare il senatore a vita”, chiarisce. Ma non basta a mettere un punto finale alla guerra ormai in atto fra Pd e PdL.
Intanto, dopo le manifestazioni PdL nei confronti della magistratura, a seguito delle richieste di condanna per il Cavaliere, Rodolfo Sabelli, presidente dell’Anm, spiega: “Mi sarei aspettato una reazione un po’ piu’ compatta, ferma e corale dalla politica e dalle Istituzioni".
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