Tic tac, tic tac, tic tac. Non si ferma il conto alla rovescia per Silvio Berlusconi: presto sapremo quale sarà il suo destino. Davvero sarà costretto a lasciare il suo seggio a Palazzo Madama? In realtà pare che la sua sorte sia segnata. Dario Stefano, presidente della giunta delle Elezioni del Senato, ha assicurato che la decadenza del Cavaliere sarà esaminata e votata in tempi brevi. "Non conosco ancora la proposta del relatore, ma ritengo ragionevole che la giunta si possa esprimere, per approvarla o respingerla, entro la fine della prossima settimana". La decisione, ha insistito, andrà presa in tempi "ragionevolmente rapidi" e senza "scappatoie elusive". Dunque, c’è davvero poco spazio, anche perché il Partito Democratico ha già detto chiaro che voterà sì alla decadenza da senatore del leader del PdL.
PdL che continua a chiedere “un approfondimento” dell’intera vicenda. Angelino Alfano, ministro dell’Interno e segretario azzurro, da Palermo, dove si trova per commemorare Carlo Alberto Dalla Chiesa, spiega: “Ci auguriamo che da parte di tutti e in primo luogo del Partito democratico ci sia un approfondimento e un approccio giuridico a questa vicenda. Noi vorremmo che non fosse trattata come si puo’ trattare la vicenda del principale avversario politico di questi venti anni. Chiediamo uno studio giuridico e che la vicenda venga affrontata nella sua essenza tecnica, escludendo tutti gli aspetti politici”. Sarà difficile…
Il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani, commentando le parole del senatore Stefano, osserva: le sue continue dichiarazioni “sia sui tempi dei lavori della Giunta che sul merito delle sue decisioni, ci preoccupano non poco. Esse infatti non sembrano consone al ruolo di terzietà ed equilibrio al quale Stefano e’ stato chiamato come presidente di un delicatissimo organo di garanzia". "Ci auguriamo – aggiunge l’ex presidente del Senato – che queste posizioni vengano tempestivamente abbandonate e sostituite da un atteggiamento di maggiore prudenza, al fine di evitare che i lavori della Giunta possano essere ulteriormente complicati rispetto al già acceso clima politico che si registra attorno a questa vicenda ".
Pier Ferdinando Casini, leader Udc, avverte: “Non è una gara in cui ci sono casacche dei partiti che si mettono, ognuno voti secondo coscienza. Stiamo valutando una persona, ciascuno risponda alla propria coscienza".
Roberto Maroni, segretario federale della Lega Nord, chiede al Cavaliere di staccare la spina all’attuale esecutivo. Berlusconi “tolga il sostegno al governo, perché è un governo che non sta facendo bene e, anzi, è sostenuto da una maggioranza dove c’è un partito, il Pd, che lo sta trattando come all’epoca venne trattato Craxi". "Ho sentito Berlusconi – ha riferito Maroni – e mi pare molto preoccupato. Penso che debba prendere una decisione".
Discussione su questo articolo