"Questa vicenda è stata costellata da troppi errori: da ultimo, quello gravissimo della votazione palese". Così Pier Ferdinando Casini parla del caso Berlusconi in una intervista al Corriere della Sera nella quale spiega che il primo errore "l’ha commesso la Giunta quando ha disatteso il consiglio, giunto da autorevoli costituzionalisti di sinistra, di togliere ogni dubbio sulla retroattività della legge Severino, ricorrendo alla Consulta. Un errore in particolare per chi in questi anni ha avversato Berlusconi".
Secondo l’ex presidente della Camera "l’errore del voto palese è ancora più grave", "ci sono valutazioni che possono spingere a una pubblicizzazione del voto. Ma c’è prima di tutto il principio sancito nel regolamento e nella prassi quando si deve decidere in ordine alle persone, a garanzia di uno Stato di diritto c’è la protezione di uno scrutinio segreto. Ci sono stati mutamenti a questa prassi, ma in casi diversi, ad esempio di dimissioni volontarie. La prassi del voto segreto risponde a una concezione garantista a tutela del singolo e della libertà di coscienza dei parlamentari". E aggiunge: "Per noi è meglio, così tutti vedono come ci esprimiamo. Ma è più importante la manifestazione di un interesse politico, o il rispetto e la tutela del singolo? Io credo sia più importante il rispetto e la tutela del singolo, anche se si chiama Silvio Berlusconi; anzi, a maggior ragione se si chiama Silvio Berlusconi. Dato che a lui sono state imputate troppe leggi ad personam, il modo peggiore di chiudere l’era Berlusconi è dare l’impressione di applicare il regolamento contra personam".
Riguardo alla sua posizione il leader Udc ribadisce: "La mia scelta per la decadenza di Berlusconi è maturata da tempo".
Casini parla anche della crisi interna al PdL: “Non c’è nulla di più odioso che interferire nei partiti altrui. Ma la scelta di Alfano è la questione delle questioni. La storia di questi anni dimostra che prima o poi viene per tutti il bivio tra perdere la propria dignità restando con Berlusconi o salvarla andandosene. Ora tocca ad Alfano".
Mario Monti? "Non rispondo a polemiche. Preferisco ricordarmi il presidente Monti a Palazzo Chigi piuttosto che l’uomo di partito di questi mesi. Abbiamo due modi diversi di stare in questa maggioranza, che già subisce il bombardamento dal quartier generale di Renzi e quello ancora più forte del Pdl. Noi dobbiamo aiutare Letta, non complicargli ancora di più la vita". E il leader Udc aggiunge: "Sarò Pierfurby, ma la mia disinvoltura non arriva al punto di schierarmi con Vendola. Sono curioso di vedere se lo farà Renzi. Oggi come venditore è ancora più bravo di Berlusconi. Temo però che sia meglio come venditore che come uomo di governo”.
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