Un uomo vessato quotidianamente solo perche’ gay, una persona terrorizzata al punto da chiudersi in casa per paura di incontrare i suoi aguzzini, una banda di minorenni che spadroneggiava per il quartiere: ha degli elementi quasi incredibili la vicenda emersa oggi a Milano dove la polizia ha arrestato i vertici di una baby gang dedita a picchiare selvaggiamente coetanei e ‘diversi’, come ebrei e clochard.
Balordi in erba che da tempo seminavano violenze e soprusi nel quartiere dove abitavano, tra le zone Inganni, Bisceglie e il quartiere di Baggio. Ex zone di periferia, dove la metropolitana ha collegato al centro senza far mancare il verde e i servizi. Ma dove evidentemente il disagio giovanile di alcuni, spesso con famiglie problematiche e in perenne assenza da scuola, e’ cresciuto senza freni portando un gruppo di 10-15 ragazzi tra i 15 e i 18 anni a odiare davvero tutti. ”E non per qualche triste idea politica – dice un poliziotto che ha svolto le indagini – ma per ignoranza, per noia, per bullismo”.
In carcere per ”la palese inadeguatezza di altri sistemi di contenimento”, come scrive l’autorita’ giudiziaria minorile nel giustificare una misura straordinaria, per i minori, come l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, sono finiti in quattro: tre diciassettenni e un maggiorenne, Pierre Lorenzo L., di 18 anni, uno dei ‘giovani boss’ della strada, via Creta, dove perfino il nome della localita’ era considerata ”cosa loro” ed era stato cambiato in ”via la polizia”. Due dei promotori della gang, entrambi 17enni, Y.L. e L.L., sono gemelli e vivono nello stesso condominio dell’omosessuale aggredito.
La gang non praticava solo le molestie, i piccoli soprusi ma pestava a sangue coetanei e persone svantaggiate, spesso infierendo con caschi da motociclista sulle persone a terra. Una decine le aggressioni contestate, ma gli agenti del commissariato di zona sono certi che siano decine e decine quelle mai denunciate, per paura. Mentre i membri della gang, al contrario, spavaldamente postavano le loro bravate sui social network, allegando frasi di disprezzo verso gli ebrei o, appunto, gli omosessuali. La prima aggressione e’ del 25 ottobre 2012, con un minorenne che finisce al pronto soccorso con una frattura facciale. Il 15 gennaio successivo e’ la volta di uno studente ebreo, picchiato con la scusa di una ragazza, e che poi raccontera’ alla polizia di un caso analogo avvenuto a Corsico (Milano) dove un coetaneo avrebbe perso un occhio (gli accertamenti su questo caso sono ancora in corso); la sua aggressione viene postata su Facebook insieme a insulti razziali.
Il 17 gennaio 2013 e’ la volta della prima aggressione a un disabile omosessuale. Tanto che l’uomo, un 50enne, da allora si chiude in casa rifiutandosi di uscire e mangia grazie ai pasti portati a domicilio dagli assistenti sociali. Il 2 febbraio lo stesso viene bastonato mentre va al supermercato dopo essere stato insultato perche’ ”frocio”. Il 24 maggio e’ la volta di un clochard, e di un ragazzo che con alcuni amici tenta di intervenire in sua difesa contro il ‘branco’. Il 28 maggio e’ la volta di tre ragazzi di origine eritrea, che hanno una certa fortuna nel mondo dell’hip-hop su internet tanto da aver ottenuto due contratti discografici. Per invidia (uno della gang e’ anche lui un cultore del rap) vengono massacrati di botte. L’elenco e’ destinato ad allungarsi: la polizia fa appello a tutti invitando a denunciare le angherie e prosegue le indagini per identificare gli altri componenti della banda.
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