Sabato notte un forte acquazzone ha messo in ginocchio la capitale saudita, danneggiando le proprietà e le strade e creando ingorghi e interruzioni di corrente elettrica. Il portavoce della Difesa Civile di Riyadh ha dichiarato che cinque persone sono state date per disperse e che la pioggia sferzante ha provocato interruzioni del traffico in molte zone, soprattutto nei quartieri di sud-ovest. Squadre della protezione civile hanno portato in salvo 98 persone che erano rimaste intrappolate all’interno dei loro veicoli.
Fin dalle prime ore del mattino di domenica il cielo di Riyadh era diventato cupo e la temperatura era scesa a 16 gradi, cosa insolita in una regione in cui le temperature sono sempre molto alte. Il Ministero della Pubblica Istruzione ha chiuso tutte le scuole e ha esortato la gente a rimanere in casa; il governo sta istituendo un centro di gestione delle catastrofi in molte parti del Paese, tra cui Mecca, e sta progettando di evacuare le zone basse.
Molte case hanno subito allagamenti e interruzioni di corrente a causa delle perdite d’acqua, che hanno innescato cortocircuiti. Secondo il colonnello Abdullah Al-Harthi, portavoce della Difesa Civile, i centri operativi della capitale hanno ricevuto 5.015 segnalazioni di inondazioni tra sabato notte e domenica mattina, di cui 4.968 da Riyadh e il resto dalla periferia della capitale.
Il dipartimento ha anche istituito una cellula speciale per valutare l’entità dei danni causati dalla pioggia. Al-Harthi ha consigliato a cittadini e residenti di adottare misure precauzionali in vista delle nuove piogge previste nel corso della settimana: evitare zone basse soggette ad alluvioni attraverso la superficie di run-off e rispettare le direttive della Protezione Civile, che vengono diffuse attraverso stampa, audiovisivi e social network.
Un Paese ricchissimo questo, che costruisce grattacieli ma non ha una rete fognaria, e ogni qualvolta ci sono piogge, rare a dir la verità ma violentissime anche per pochi minuti, succede la catastrofe. Quattro anni fa a Jeddah furono colpite più di duemila persone: il numero esatto delle vittime non é stato mai reso pubblico, ma posso testimoniare che successe un inferno, anche perché non ci sono infrastrutture stradali adeguate. Quando piove si ha timore ad uscire, anche perché non esiste un codice stradale: per loro, come dico sempre, le autovetture sono dei cammelli motorizzati.
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