Diciotto morti, tra cui quattro bambini, 2700 sfollati, 10.500 utenze elettriche prive di alimentazione, strade impraticabili e allerta anche per le prossime ore. La Sardegna è in ginocchio dopo l’alluvione che si è abbattuta sull’isola causando vittime e distruzione. A certificare i numeri della tragedia, dopo che il Consiglio dei ministri aveva dichiarato lo stato d’emergenza stanziando 20 milioni, è stato alla Camera il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, nel corso di un’informativa urgente sul cosiddetto ciclone Cleopatra, un evento meteorologico "eccezionale".
"L’eccezionalità del fenomeno – ha spiegato Orlando – è confermata dal fatto che in un arco temporale di circa 12 ore sono state registrate, per la prima volta in tale area, cumulate di precipitazioni superiori a 450 millimetri, in quanto dalla serie storica delle precipitazioni si evidenzia che i valori medi annui si attestano attorno ai 1.000 millimetri". Come dire, in mezza giornata sulla zona più colpita della regione è caduta la stessa quantità di pioggia che di solito cade in poco meno di sei mesi. Del resto, dice Orlando, la Protezione civile aveva avvertito, emettendo nella giornata di domenica un avviso di criticità indirizzato alla regione Sardegna, in cui, "tenuto conto delle caratteristiche spazio-temporali delle precipitazioni previste e della loro intensità, congiuntamente allo stato di saturazione dei suoli e dei corsi d’acqua, ha valutato un’elevata criticità per rischio idrogeologico localizzata sui settori orientali e centro meridionali della regione".
Sulla regione era stato segnalato il massimo livello di attenzione che prevede tra i possibili effetti associati "possibili perdite di vite umane e possibili diffusi danni a persone, oltre che allagamenti e danni ai locali interrati, provvisorie interruzioni della viabilità stradale e ferroviaria in zone depresse, sia prossimali che distali rispetto al corso d’acqua, e danni ad attività agricole, ai cantieri di lavoro, agli insediamenti artigianali, industriali e abitativi ubicati in aree inondabili".
In Sardegna questi effetti ci sono stati tutti, con picchi di gravità come quello che ha colpito il comune di Torpè, a pochi chilometri da Posada, dove sono stati evacuati 500 dei circa 3000 abitanti. Sul campo nella regione sono impegnati 430 vigili del fuoco (provenienti anche da Toscana e Lazio), con 92 mezzi e due elicotteri, che hanno finora compiuto circa 600 interventi. Critica è anche la situazione delle strade statali e locali, dove si registrano allagamenti e frane oltre al crollo del ponte di Monte Pinu tra Olbia e Tempio costato la vita a tre persone rimaste sepolte dai detriti. E mentre anche Papa Francesco ha twittato la sua commozione per la tragedia che ha investito l’isola, il presidente del Consiglio Enrico Letta è volato a Olbia, in una delle aree maggiormente colpite dal passaggio del ciclone.
In mattinata, facendo la conta dei morti e dei danni, il premier aveva sottolineato: "La tragedia sarda smette di essere un fatto locale, per essere un dramma nazionale, di proporzioni inimmaginabili". E prima che Orlando lo ribadisse nell’aula di Montecitorio, il capo della Protezione civile Franco Gabrielli aveva respinto ogni accusa: "La comunicazione del sistema di allertamento nazionale ha fatto il suo dovere", ha detto, "se qualche signore va farneticando ne risponderà nelle sedi competenti". La commissione Ambiente del Senato però non si accontenta e convoca Gabrielli: "Siamo stanchi – afferma il presidente Giuseppe Marinello – di piangere vittime il giorno dopo, senza che nei mesi precedenti si siano poste le condizioni per evitare le tragedie".
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