Era convinto che la democrazia è quella che passa sulla rete, dove chiunque può esprimere il suo pensiero. Era convinto che il popolo della rete dovesse essere l’unico a decidere chi e come si governa uno Stato. Era convinto che attraverso la rete sarebbe arrivato quel cambiamento culturale che lui auspicava per il nostro Paese.
Se n’è andato in tempo, e non vedrà quello che non avrebbe mai voluto vedere: che i pensieri che passano sulla rete grondano di veleni e volgarità; che la massa popolare, in rete o nelle piazze, si lascia trascinare dal primo che grida "Crucifige" e non sa distinguere tra Cristo e Barabba; che la rete è una medaglia a due facce e veicola anche subcultura e falsità.
Casaleggio, colto e riservato, antitetico a Grillo e ai suoi eccessi; un sodalizio nato tra nature opposte che si attraggono e si riconoscono reciprocamente, dividendosi in pubblico e in privato i propri spazi di azione. Un sodalizio fortunato e in qualche modo utile , finora: ma da adesso in poi la rete avrà perduto la visione generosa e appassionata di un sincero cultore della consapevole partecipazione popolare e offrirà ai suoi molti frequentatori solo la maschera di Grillo, tanto più convincente quanto più pericoloso.
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