Piergiorgio Corbetta, politologo dell’Istituto Cattaneo di Bologna, in una intervista al Mattino spiega perché considera il Movimento 5 Stelle “inadeguato”: "in questi momenti, politicamente i più tesi e anche i più importanti dopo il voto del febbraio 2013, emerge l’inadeguatezza del M5S. Si può quasi parlare di inutilità di quel 25 per cento di consensi ottenuti dai grillini. Hanno scelto di restare un partito antagonista, ma è un errore farlo quando rappresenti un elettore su quattro. Il M5S è in difficoltà non tanto per i fuoriusciti ma soprattutto perché non ha un progetto politico. Non ce l’ha avuto sul jobs act – non hanno detto nulla di interessante -, non ce l’hanno sul Colle – parlano a vuoto – e neppure sulla legge elettorale – su cui non hanno nulla in mente. La conclusione: il 25 per cento dei consensi è congelato".
Corbetta indica anche nella frammentazione politica "il vero problema della democrazia italiana, problema che rende difficile il meccanismo dell’alternanza democratica. Negli anni passati la destra è stata unificata da Berlusconi. Un fatto positivo, al di là di qualsiasi giudizio sul personaggio, non solo per l’intera coalizione ma anche per la democrazia italiana, perché sono state poste le basi per l’alternanza. Ma ora, se la sinistra è abbastanza coesa attorno a Renzi, a destra non si intravede un traguardo". E sul dissenso interno del Pd alla legge elettorale sottolinea: "Dopo una discussione democratica, una decisione assunta altrettanto democraticamente, la minoranza deve accettare la scelta dei più. O si adegua o esce".
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