"Se fosse arrivato un rinvio alla Corte d’Appello, o una condanna come richiesto dal procuratore generale, avremmo assistito all’atto finale per Silvio Berlusconi e per Forza Italia. Momento che è stato solo dilazionato. Perché il problema riguarda la capacità dell’ex capo del governo di tenere insieme i pezzi e i frammenti politici che lo circondano". Così Giovanni Orsina, professore di Storia contemporanea e vice-direttore della School of Government all’Università Luiss di Roma oltre che autore del libro "Il berlusconismo nella storia d’Italia", commenta in una intervista a Italia Oggi l’assoluzione di Silvio Berlusconi.
"Berlusconi non può garantire nulla a chiunque in Fi voglia avere un ruolo politico. La sua parabola sta volgendo al tramonto. Resta un unico dubbio. Nell’eventualità che Matteo Renzi non riesca a far passare la riforma elettorale e si tomi al voto con un meccanismo proporzionale puro, l’unico partner per una coalizione di governo sarebbe proprio Berlusconi. Che ricoprirebbe il ruolo giocato da Bettino Craxi rispetto a un Pd in versione Democrazia cristiana. Per tale ragione spero che il premier porti a casa l’Italicum e che alle prossime elezioni un partito conquisti autonomamente la maggioranza assoluta dei seggi per un governo efficiente e robusto".
Secondo Orsina "Renzi esercita un formidabile potere attrattivo. Se al Senato venissero a mancare i consensi di Forza Italia e della sinistra Pd, il premier riuscirebbe a raccogliere le adesioni dell’intera area centrista e dei fuoriusciti Cinque Stelle. Senza considerare i parlamentari vicini a Denis Verdini, molto scontenti per il No ‘azzurro’ al progetto di revisione costituzionale. L’ultimo voto sul Renzellum è previsto a maggio. Tutto può accadere, ma l’inerzia è favorevole all’ex sindaco di Firenze. A meno che il leader del Nazareno sbagli mosse per eccesso di sicurezza, i margini di manovra per Berlusconi sono ristretti".
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