"Sulle grandi opere c’è bisogno di una svolta che consiste nella selezione di un numero limitato di priorità. Già con il prossimo Def indicheremo, rispetto alle 315 opere che oggi fanno parte della legge obiettivo, una sessantina di interventi su cui convogliare le risorse aggiuntive che stanzieremo da qui in avanti. E’ in corso un confronto con le Regioni cui stiamo chiedendo di indicarci poche priorità, poi alla fine decideremo tenendo conto della programmazione europea e della programmazione strategica nazionale per aeroporti, porti e logistica". Lo afferma Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, in una intervista al Sole 24 Ore.
"E’ la programmazione della legge obiettivo che va cambiata, per concentrarci sulle priorità effettive. Dobbiamo individuare la nostra ‘core network’, come è stato fatto in Europa". E indica quali prioritari "certamente i collegamenti infrastrutturali con l’Europa. In secondo luogo, le opere della nuova pianificazione strategica che stiamo facendo. Il piano aeroporti, per esempio, che è stato apprezzato a Bruxelles ed elenca le opere da realizzare, compresi i collegamenti ad alta velocità con i tre principali aeroporti del Paese".
Inoltre "inseriremo le opere degli altri piani strategici, come quello dei porti e della logistica: soprattutto interventi di collegamento fra retroterra portuale e reti. Poi avremo molti interventi per le città perché il vero tema strategico emergente per l’Italia è quello dei collegamenti fra reti infrastrutturali e nodi. L’ultima novità è quella delle reti immateriali, per esempio le reti digitali, come già scritto nel decreto sblocca Italia e confermato dall’approvazione, la scorsa settimana, del piano per la banda larga". E sulle proposte di Fs accolte dal governo precisa: "Ora loro stanno lavorando. Su Venezia siamo ovviamente più avanti perché ci inseriamo sulla linea Av già in fase di realizzazione, mentre per Fiumicino e Malpensa abbiamo dato indicazione di avviare la progettazione strategica".
"La legge obiettivo aveva due finalità: rimettere in moto la realizzazione di infrastrutture che nel 2001 era bloccata e monitorare quel che si faceva. Questi due obiettivi sono stati raggiunti". "La fotografia che il Rapporto scatta quando dice che solo l’8% delle opere è stato ultimato mi pare poco aderente alla realtà. Anzitutto l’8% di opere ultimate significa una spesa in valori assoluti di 23 miliardi. Aggiungerei a questo la parte de¡ 43 miliardi di opere in corso che è stata già realizzata. Secondo i nostri conti, parliamo di 20 miliardi. Infine l’Alta velocità Torino-Milano-Napoli non è formalmente compresa nel programma ma la legge obiettivo fu decisiva nel rimettere in moto un’opera bloccata. Sono altri 28 miliardi di investimenti. Quindi abbiamo 51 miliardi di opere completate e altri 20 di spesa effettiva di avanzamento lavori. Non è poco".
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