"Se perdo lascio". Robert Mugabe, padre-padrone dello Zimbabwe, ha promesso un suo ritiro dalla vita politica, dopo 33 anni al potere, nel caso in cui il Paese non dovesse riconfermarlo alle elezioni presidenziali di domani. "E’ una cosa normale se si decide di partecipare ad una competizione – ha detto Mugabe in un discorso alla tv – Ci sono solo due possibilita’: o si vince o si perde e in quest’ultimo caso ci si ritira".
In ogni caso il presidente ha affermato che le sue chance di vittoria sono "buone come nel 1980", quando lo Zimbabwe ottenne l’indipendenza dall’Impero britannico, e ha definito "non immaginabile" una nuova coabitazione con il suo avversario politico e sfidante al voto di domani, il premier Morgan Tsvangirai.
A meno di 24 ore dalle elezioni comunali, legislative e presidenziali (alle quali sono chiamati circa 6,4 milioni di persone), il clima nel Paese dell’Africa australe non e’ tra i piu’ tranquilli. Il Movimento per il cambiamento democratico (Mdc), il partito del premier, ha denunciato frodi, sostenendo che numerose persone si sono iscritte due volte nelle liste elettorali. Il ministro Jameson Timba, anche lui membro del Mdc, ha fornito una lista dettagliata di nomi di elettori fantasma agli osservatori della Comunita’ dello sviluppo dell’Africa australe. "Abbiamo visto molti nomi, con la stessa data di nascita, lo stesso indirizzo ma con una piccola differenza nel numero di identificazione, iscritti due volte, in varie parti del Paese", ha spiegato il ministro. Da parte sua uno degli osservatori che e’ voluto restare anonimo, ha denunciato come "anormale" il fatto che la Commissione elettorale abbia reso pubbliche le liste elettorale in ritardo, vale a dire solo oggi, alla vigilia del voto. Alle ultime elezioni, nel 2008, Tsvangirai aveva ottenuto al primo turno il 47% dei consensi, contro il 43% di Mugabe. I sostenitori del presidente avevano messo a ferro e fuoco il Paese. Nelle violenze 200 persone erano state uccise. Per calmare le acque il premier aveva ritirato la sua candidatura al ballottaggio, lasciando la vittoria nelle mani del suo rivale. I Paesi vicini, Sudafrica in testa, avevano allora imposto allo Zimbabwe, la coabitazione tra i due leader per evitare una ulteriore carneficina, e avevano lamentato allo stesso tempo la mancanza di riforme democratiche. Mugabe e’ "persona non grata" in Europa dal 2002 a causa del mancato rispetto dei diritti umani. Numerose ong hanno denunciato un clima di intimidazione nei confronti dei dissidenti e degli oppositori al suo regime.
Discussione su questo articolo