“Si’, deluso. Deluso da morire. Perche’ quei sei mesi senza un giorno di galera li vivo come lo schiaffo finale. Sarebbe stato meglio trascorrere una notte a Rebibbia per far esplodere di vergogna un Paese in cui un deputato del Pd, Marco Di Stefano, sta ancora in circolazione nonostante le tangenti e i conti in Svizzera e i morti per eternit vengono umiliati dalla prescrizione. Siamo ai titoli di coda di un sistema politico marcio”. Cosi’ scrive il segretario de La Destra, Francesco Storace, sul sito del partito.
VILIPENDIO, STORACE CONDANNATO. LUI, "VENDETTA PD"
"Sei mesi con la condizionale sembrano una beffa; mi raccomando, non lo fare piu’. E mi chiedo che cosa non devo fare piu’, se ad esempio fidarmi ancora del ‘chiarimento’ col presidente della Repubblica. Insomma, mi dicevo allora, in fondo credo che avra’ compreso la sincerita’ del mio gesto. Macche’, Giorgio Napolitano se ne e’ fregato. Forti con i deboli e deboli con i forti. Il presidente della Repubblica – aggiunge – e’ stato davvero abile nel farmi credere che quella stretta di mano al Colle fosse vera, che la lettera che gli inviai l’avesse sul serio apprezzata. Rischio di beccarmi una seconda accusa di vilipendio se dico quello che penso sul comportamento del Colle e degli uomini a lui piu’ vicini".
Storace, poi, annuncia che "da domani denunceremo noi per omissione di atti di ufficio il guardasigilli che non autorizzera’ i processi contro gli insulti al capo dello Stato. Qualche volta ci autodenunceremo. E voglio vedere che fara’ Andrea Orlando. Non si illudano che da oggi ci sara’ meno gente a prendere a male parole il Quirinale: e’ la conseguenza inevitabile di una sentenza irricevibile".
GASPARRI, COLLE INTERVENGA "Presidente Napolitano, ci aspettiamo una parola sulla vergognosa condanna subita da Francesco Storace, per una frase banale peraltro seguita da un chiarimento. Ogni giorno tanti, anche parlamentari, offendono il Presidente della Repubblica ma il ministro della Giustizia Orlando non attiva la procedura per punire l’eventuale vilipendio. Presidente Napolitano, puo’ esistere una legge che si applica a uno e si ignora per tanti?". E’ quanto scrive in una nota il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri.
"Al Senato – prosegue – si boicotta la mia proposta di abolire un reato di opinione. Anna Finocchiaro – denuncia – ha abusato del suo potere di presidente della commissione Affari costituzionale per non dare il prescritto parere sulla mia proposta. Lo poteva esprimere contrario. Non poteva paralizzare, d’accordo con Zanda, un processo legislativo. C’e’ un conflitto di interesse per ambizioni personali?".
Insomma, insiste Gasparri, "si abbia il coraggio di dire che va mantenuto un reato simile, quando basterebbero altre forme di tutela. A Orlando pongo una questione semplice: o ritiene superato il vilipendio, e allora dica sì alla mia proposta, o, se vuole che il reato resti, ci spieghi la sua vilta’ di fronte ai tanti, a cominciare da Grillo e c., che offendono Napolitano ogni giorno senza che lui muova un dito. E’ un ministro pauroso, incoerente o solo distratto? Via Arenula non e’ posto per tremebondi. Se Orlando non applichera’ la legge che non vuole cancellare a chi la viola – conclude – sara’ un ministro vile. E glielo diremo ogni giorno".
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