Rivoluzione Obama ai vertici della Casa Bianca. Ai primi di luglio si dimettera’ Tom Donilon, che da quasi quattro anni ricopriva il delicato incarico di consigliere per la sicurezza nazionale, lasciando il posto a Susan Rice, la discussa ambasciatrice statunitense presso le Nazioni Unite. Una mossa a sorpresa, che ha preso in contropiede molti osservatori e che in molti vedono come l’ennesimo guanto di sfida lanciato dal presidente americano alla destra, nell’ambito dell’infinito braccio di ferro con i repubblicani in Congresso.
Quei repubblicani che proprio alla Rice hanno fatto una guerra durata mesi, accusandola di aver mistificato la verita’ sui fatti di Bengasi, l’attentato al consolato Usa che costo’ la vita a quattro cittadini Usa tra cui l’ambasciatore Chris Stevens. E che oggi, per bocca di Rand Paul, uno dei leader della destra piu’ in vista del momento, sono tornati all’attacco: ‘Come fa questa amministrazione a pensare che la gente le creda quando promuove qualcuno che ha direttamente e deliberatamente mentito al pubblico su quello che e’ accaduto a Bengasi?’. La polemica e’ costata cara all’ambasciatrice, che ha dovuto rinunciare alla poltrona di segretario di Stato al posto di Hillary Clinton, aprendo la strada alla nomina di John Kerry.
Per Obama, che la difese fino all’ultimo, fu uno smacco. Ma oggi per il presidente e per l’ambasciatrice e’ il giorno della rivincita. ‘Susan Rice e’ una delle persone piu’ qualificate e preparate per ricoprire il ruolo di consigliere per la sicurezza del presidente’, ha affermato il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney. E questa volta la nomina non dovra’ passare dal voto del Senato, con la Rice che occupera’ uno dei posti di maggior potere dell’amministrazione.
Una casella che il presidente riesce a riempire piazzando una sua fedelissima, cosi’ come lo e’ l’altra donna che sostituira’ Rice come ambasciatrice all’Onu: Samantha Power, esperta di diritti umani che lavora al fianco di Obama fin dai tempi in cui era senatore, prima del 2008.
La scelta di Susan Rice non dovrebbe cambiare di molto la linea fin qui seguita dalla Casa Bianca sulla sicurezza nazionale. L’ambasciatrice, da sempre fortemente allineata sulle posizioni di Obama, fu una delle piu’ strenue sostenitrici dell’intervento degli Usa in Libia al fianco degli alleati, cosi’ come finora si e’ fermamente opposta al sostegno ai ribelli siriani con l’invio di armi.
L’ingresso della Rice, nonostante l’uscita di una persona di grande esperienza come Donilon, sembra inoltre destinata a rafforzare la coesione all’interno del gruppo di lavoro della Casa Bianca. Anche perche’ i rapporti col consigliere alla sicurezza dimissionario stavano oramai diventando troppo tesi.
Soprattutto quelli col capo dello staff presidenziale, Denis McDonough, nonostante le smentite ufficiali di ogni contrasto. A pesare – scrivono molti osservatori – il carattere burbero e schivo di Donilon, descritto da molti suoi collaboratori come un ‘despota’ sul lavoro.
L’ultima missione di Donilon e’ stata a Pechino, per preparare con le autorita’ cinesi lo storico quanto insolito vertice informale tra Barack Obama e Xi Jinping, che si svolgera’ venerdi’ e sabato in California. Proprio con questo summit Donilon potrebbe chiudere la sua carriera alla Casa Bianca, anche se a fine giugno, prima del suo addio, c’e’ ancora il viaggio di Obama in Africa.
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