In Italia manca proprio la cultura della democrazia, in questi giorni assistiamo a quella secondo Grillo, dove si epura e si condanna con il blog di proscrizione. E’ come se cercassimo di inventarcela, rattoppando qua e là una forma di consultazione senza seguire i principi cardine e la via maestra della rappresentanza popolare.
Enrico Letta è ormai un ricordo di ieri, morto nell’abbraccio di PierLuigi Bersani, anche lui oggi vecchio arnese di un partito in prognosi riservata. Alla corte di Matteo perfino Silvio Berlusconi s’è accomodato, con questa formula “d’opposizione soffice”, così morbida che non pare vi sia. Certo, non perde occasione l’ex premier per ricordare che lui è l’ultimo Presidente eletto nelle urne, ed in effetti, abbiamo già cambiato la faccia a 3 esecutivi senza modificare nella sostanza gli indirizzi guida.
In effetti, per Napolitano il “ne bis in ibidem” non esiste (principio giuridico per cui non si può essere processati due volte per la stessa imputazione) e quindi continua in carta carbone a sfornare marionette di Bruxelles. Ha avuto così tanti veti l’ex sindaco di Firenze che l’unica vera novità in questo esecutivo è il suo stesso volto, e mi domando come, con un ministro dell’economia appollaiato sull’uovo dell’Europa, possa cambiare gli indirizzi d’austerity.
I dati auditel hanno confermato l’ottima performance televisiva del neo Presidente del Consiglio, ma le tasche degli italiani continuano indistintamente a grondar moneta sonante per uno Stato che è sempre più zavorra, problema, e mai soluzione.
Non sono abituato a giudicare i governi prima di vederli alla prova dei fatti, ma di sicuro non c’è bisogno di tempo per contestare l’inqualificabile metodo con cui questa legislatura salva se stessa, sotto regia di un Napolitano sospinto da un anelito teutonico ordito alle spalle del nostro diritto di scelta. Scusi Merkel, possiamo andare a votare?
twitter @andrewlorusso
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