"Molte delle promesse di crescita in cui avevamo confidato al sorgere della moneta unica non si sono ancora realizzate. Anzi, siamo il paese della bassa crescita. Scossa dalla recessione e dalla crisi dei debiti sovrani, l’Unione non ha trovato ne’ coraggio ne’ visione per cambiare corso radicale alle proprie politiche. Si e’ aggrappata con poca lungimiranza a un rigorismo eccessivo, a tratti ottuso. La sfida di oggi non e’ monetaria o finanziaria, e’ tutta politica e civile". Cosi’ il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nel suo intervento per la consegna del Premio Angelo Costa, nella sede della Luiss.
"Su questo terreno – ha aggiunto – si fara’ l’Europa o saremo destinati a sfaldarci, sottoposti allo stress di battaglie globali troppo impegnative per un Continente che si ostina a non capire il procedere della storia".
Squinzi ha poi auspicato che l’Unione possa diventare uno spazio amichevole per i cittadini, favorevole alle imprese e al lavoro. "Lo diventera’ – ha sottolineato – se oltre alle giuste richieste che rivolgiamo alla politica, saremo noi stessi a dar corso e sostanza continua all’Europa nella vita quotidiana di cittadini e di imprenditori. Troppo spesso siamo euro-disattenti, presi dalla cronaca politica quotidiana di casa. Dalla nascita della moneta unica tutti abbiamo pensato: il piu’ e’ fatto, ora che c’e’ l’euro, verranno gli europei. Non e’ mai stato e tantomeno poteva essere cosi’. Era un inizio e non il fine. All’Europa serve certamente la politica. A quest’ultima, a quella buona, servono i suoi cittadini. E gli imprenditori sono in primo luogo cittadini".
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