In una intervista al Corriere della Sera, Federica Mogherini parla della sua nomina ad Alto Rappresentante per la Politica estera, un incarico "speciale": "Non si tratta solo di guidare la diplomazia europea, ma anche di costruire una politica estera comune. In più, in quanto vicepresidente, l’Alto Rappresentante ha un ruolo di guida della Commissione, che apre una nuova stagione. La sfida è complessa. Senza esagerare è una prova per questa generazione, che inizia ad assumersi responsabilità istituzionali a livello europeo. Spero che questo possa ridurre la distanza percepita tra i cittadini e l’Europa".
Riferendosi al ruolo dell’Alto Rappresentante anche in materia di supervisione dei dossier della Commissione rilevanti per la politica estera: "Io ho detto che intendo esercitare con pienezza entrambi i ruoli. E questo è fondamentale non solo m un’ottica italiana, ma anche e soprattutto europea. Da Alto Rappresentante, come dice il Trattato, servirò l’Europa e non più solo il mio Paese. Giocare i due ruoli è importantissimo, perché bisogna coordinare i dossier di politica estera, ma anche avere una partecipazione piena e attiva alla vita della Commissione. La buona cooperazione e le sinergie tra le diverse istituzioni devono essere alla base della nuova Europa".
"Sono serena. Credo sia comprensibile che di fronte a qualcosa di nuovo opinionisti e osservatori autorevoli pongano domande e sollevino dubbi. Se non sbaglio in Commissione sarò la più giovane. Ma credo di avere il tempo e le capacità per rispondere positivamente a questi interrogativi. Ho 5 anni davanti, ma penso senza presunzione di poterlo fare molto prima". Così Mogherini replica alle testate internazionali che l’hanno definita "inadeguata". E aggiunge: "Quanto all’esperienza, ce ne sono di vario tipo, politiche, istituzionali. Personalmente è da 20 anni, dal 1994, che mi occupo esclusivamente di cose europee e internazionali. Questo è il mio ambiente. La mia rete di contatti esteri è vasta, non sarà fatta di ex premier ed ex ministri, ma forse conta i futuri premier, mentre è già ricca di molti ministri e alcuni primi ministri in carica. Qui non si tratta di giudicare una singola storia, ma di capire che c’è una nuova generazione europea, cresciuta insieme dopo la caduta del Muro di Berlino, in Francia, in Spagna, in Romania, in altri Paesi d’Europa. E sono persone con le quali c’è quotidianità di scambi di sms, per esempio, che non passa attraverso protocolli ufficiali, ma crea una familiarità che aiuta a costruire dinamiche nuove. Ho ricevuto tanti messaggi, pieni di orgoglio per una nomina che segna un salto di generazione. Anche in Europa".
"Ho intenzione di partecipare a tutte le riunioni della Commissione. Ci sono margini per poterlo fare. Sto già lavorando alla composizione della struttura. Ma l’obiettivo per me è chiaro: sarò Alto Rappresentante e farò il vicepresidente della Commissione seguendo da vicino i dossier. Aggiungo che farò anche un’altra cosa: in Commissione sono l’esponente socialista più alto in carica e intendo giocare un ruolo politico".
Mogherini coglie anche l’occasione per ringraziare il premier Matteo Renzi attraverso un giornale italiano: "Non l’ho fatto ieri in conferenza stampa per motivi di opportunità. Lo ringrazio per come con coraggio e visione ha condotto questi mesi di trattativa complessa sulla mia nomina, che hanno portato al successo dell’Italia. Il modo migliore per garantire che io possa giocare in pieno il mio ruolo in Commissione è anche nel forte legame tra governo italiano e Alto Rappresentante".
Parlando di politica estera: "E’ interesse dell’Ucraina, dell’Europa e della Russia che la crisi abbia una soluzione politica e non una soluzione militare, che semplicemente non esiste. Ma ogni volta che si sono gettate le premesse per un’intesa, gli sviluppi sul terreno l’hanno smentita. Putin non ha mai rispettato gli impegni presi in diversi contesti, a Ginevra, in Normandia, a Berlino. Ha sprecato l’opportunità di dare una svolta, esercitando la sua influenza sui separatisti, in occasione dell’abbattimento dell’aereo malese. La distanza tra impegni e comportamenti concreti è stata enorme".
Medio Oriente: "Nei prossimi anni in quella regione ci giochiamo molto. La situazione è esplosiva. E’ come se le primavere arabe fossero state la premessa di qualcosa di nuovo che si sta profilando. In alcuni casi inquietante, come in Siria e Iraq. In altri promettente: sarebbe stato inimmaginabile fino a poco tempo fa che Iran e Arabia Saudita si sedessero allo stesso tavolo. O che il dossier nucleare iraniano potesse sbloccarsi fino ad arrivare alla vigilia di un’intesa, che spero accadrà a novembre". "L’Europa può e deve facilitare il dialogo fra le diverse potenze regionali, riconoscendole come tali e cercando di avvicinare i Paesi che avvertono la comune minaccia dell’Isis. Possiamo attivare meccanismi virtuosi in tutta l’area. Il nostro ruolo attivo è richiesto e gradito".
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