Il fallimento dei negoziati di Minsk imporrebbe una riflessione per quei paesi, come l’Italia, che hanno sempre sostenuto la strategia della fermezza e allo stesso dell’apertura al dialogo con la Russia. In ogni caso, pero’, l’invio di armi all’Ucraina non e’ una possibilita’ che le autorita’ italiane prendono in considerazione "ne’ oggi ne’ domani". E’ quanto ha affermato oggi a Bruxelles il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, al termine della riunione con i suoi omologhi dell’Unione europea.
"C’e’ in corso negoziato che sta entrando nel merito e che non esclude possibilita’ nuova intesa", ha spiegato Gentiloni, sottolineando come il buon esito di queste trattative guidate da Francia e Germania dipenda "in larghissima misura dalla disponibilita’ della Russia a esercitare la sua influenza nei confronti dei separatisti". Se non ci fosse questa disponibilita’ da parte di Mosca, e’ "chiaro che chi come noi si e’ sempre battuto per la strategia del doppio binario" dovrebbe aprire una "riflessione attenta".
E’ per questo che oggi da Bruxelles e’ arrivato un messaggio unitario da parte dei Ventotto. C’e’ stata cioe’ l’adozione della lista di sanzioni individuali che era stata decisa dieci giorni fa, ma e’ stato deciso allo stesso tempo di rinviarne l’attuazione pratica a lunedi’ prossimo. Si tratta di una decisione che evidenzia un "gesto di attenzione nei confronti del processo negoziale in corso", ma che conferma la fermezza dell’Ue "dopo i gravissimi episodi di Mariupol", ha osservato il titolare della Farnesina.
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