Le violenze erano attese durante il voto di domani, ma in Thailandia la tensione e’ esplosa gia’ oggi: un acceso scontro a fuoco tra fazioni rivali ha causato sei feriti alla periferia di Bangkok, rendendo ancora piu’ incandescente il clima alla vigilia di elezioni anticipate il cui svolgimento e’ diventato ad altissimo rischio, dopo tre mesi di protesta anti-governativa intenzionata a sabotare la consultazione. Le violenze di oggi pomeriggio sono accadute a Lak Si, nella periferia nord della capitale, un distretto dove prevalgono i sostenitori della premier Yingluck Shinawatra. Gli scontri sono iniziati man mano che nell’area arrivavano rinforzi agli anti-governativi, intenzionati a circondare un complesso amministrativo da dove dovevano essere distribuite le schede elettorali.
Tra i due gruppi e’ scoppiata una prolungata sparatoria, corredata da alcune esplosioni che hanno costretto i residenti a rifugiarsi in fretta all’interno di un centro commerciale o sotto un cavalcavia. Mentre solo uno dei feriti appare in gravi condizioni, negli scontri e’ rimasto coinvolto anche il celebre fotografo di guerra americano James Nachtwey, ferito di striscio a una gamba. Nella zona e’ tornata la calma dopo l’arrivo delle forze di sicurezza, ma per domani il timore e’ che scene simili si ripetano in altre zone di Bangkok, dato lo sparpagliarsi di entrambe le fazioni in una capitale che rappresenta una sorta di faglia tra le spaccature politiche e geografiche del Paese. La settimana scorsa, migliaia di anti-governativi hanno ostruito l’entrata dei seggi elettorali, costringendoli alla chiusura. Il danno d’immagine registrato dal movimento – rafforzato da foto e video di tafferugli con votanti intenzionati a entrare – potrebbe portare a una maggiore moderazione domani, ma sono comunque previste manifestazioni e disagi.
L’esito del voto – indetto da Yingluck per rilanciarsi sotto la pressione della piazza – e’ scontato: sara’ un trionfo del partito di governo ‘Puea Thai’, specie alla luce del boicottaggio dichiarato dal principale movimento di opposizione, il Partito democratico. Sulle elezioni pesano pero’ problemi organizzativi che rischiano di far ritardare di settimane i risultati ufficiali, e che minacciano di creare un vuoto di potere nell’incertezza del dopo voto. Un successivo annullamento da parte della magistratura – parte dell’establishment tradizionale che appoggia tacitamente la protesta – rimane una forte possibilita’.
La Commissione elettorale, che fino a pochi giorni fa raccomandava il rinvio del voto, lamenta mancanza di personale in diversi collegi e appare in ritardo nella distribuzione delle schede. Nel nord e nel nord-est, dove Yingluck gode di un solido consenso tra le classi medio-basse, non ci si attendono intoppi. Ma nel sud, un feudo dell’opposizione monarchico-nazionalista, e’ probabile che molti seggi rimangano chiusi. La protesta, guidata dall’ex premier Suthep Thaugsuban, chiede la creazione di un "Consiglio del popolo" non eletto che approvi riforme anti-corruzione destinate a "estirpare il regime Shinawatra", e accusa Yingluck di essere un fantoccio del fratello ed ex premier Thaksin, autoesiliatosi per scampare a una condanna per corruzione. In tre mesi, la crisi politica ha causato 10 morti e quasi 600 feriti.
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