Il successo viene misurato dalla capacità di risolvere i problemi che la vita ti presenta tutti i giorni; ma in Italia i problemi non si risolvono mai. A proposito della Campania, bellissima regione abbandonata dallo Stato, e della Terra dei Fuochi, che rappresenta l’1 per cento degli spazi agrari, la mia opinione è che la gente del luogo non è da condannare completamente, perchè non ha avuto altra scelta per sopravvivere. Resta tuttavia da riflettere sul fatto che il 99 per cento dei coltivatori lavora con passione e rispetto dell’ambiente, e che, come sempre in Italia, si è voluto fare di tutta un’erba un fascio, insistendo su uno scandalo delimitato e creando danni incalcolabili a tutto il settore agricolo.
Il danno al Made in Italy non viene solo dalla Campania, è tutto il Paese a mostrare inefficienze e incapacità gestionale: dalle zone archeologiche che cadono a pezzi, alla tragedia delle alluvioni e delle frane rovinose che ad ogni autunno provocano morti e distruzione, è chiaro ormai che le attività di infrastrutture e prevenzione non sono al livello di altri Paesi europei. Diciamo sempre le stesse cose! E non cambia mai niente!
Il governo ha dato via ad un altro progetto, l’ennesimo; ma in Italia non è tanto un problema avviare progetti, quanto realizzarli e applicarli: questo è il vero problema del nostro Paese.
Chi è entrato in Parlamento nei vari schieramenti politici ha acquisito la logica mentale del rinvio: un altro mese un altro stipendio, altri mesi di stallo e arrivo al vitalizio. Non si fa niente per il bene comune, e così per la Terra dei Fuochi, o per i marò o per Pompei, nessuno si prende la responsabilità di agire invece di parlare sempre in televisione alla ricerca della visibilità. Forse è anche un problema di cultura, della nostra antica "arte" di arrangiarsi sempre.
Se avessimo fatto cinque anni della cura Monti forse adesso non saremmo a questo punto, e la Comunità Europea non direbbe che i nostri conti non sono a posto e che rischiamo di nuovo il default. Se avessimo trattato meglio Monti forse qualcosa sarebbe cambiato. Le malattie hanno bisogno di medici severi e sicuri della terapia da applicare al malato. Agli italiani però non piace essere pazienti, di nessun tipo. Meglio un uovo oggi, pensano, che una gallina domani. Ma se la gallina muore, non c’è uovo da raccogliere.
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