Mosca e Bruxelles convergono sul piano Annan ma non riescono a nascondere le loro differenze neppure su questo punto nel 29/mo vertice Russia-Ue di Strelna, nei dintorni di San Pietroburgo, conclusosi oggi senza accordi ne’ passi avanti. Anzi, c’e’ stata pure qualche polemica e una frenata di Putin su una partnership che sembra restare in secca nel Golfo di Finlandia, su cui affaccia il settecentesco palazzo di Costantino, scenografia imperiale del summit. ‘L’Unione europea e la Russia hanno approcci diversi ma siamo completamente d’accordo di considerare il piano di Annan come la migliore opportunita’ per fermare il ciclo della violenza in Siria’, ha spiegato nella conferenza stampa congiunta il presidente permanente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, accanto al presidente della commissione europea Jos‚ Manuel Barroso e allo stesso Putin. ‘Dobbiamo unire i nostri sforzi per evitare la guerra civile e inviare messaggi comuni, dobbiamo lavorare per la fine immediata di ogni forma di violenza e un processo di transizione politica’, ha aggiunto.
Una transizione su cui Putin ha steso un velo di silenzio. ‘Abbiamo discusso delle questioni internazionali piu’ importanti, naturalmente della situazione in Siria, Iran e in Medio Oriente’, si e’ limitato ad osservare il leader del Cremlino, concedendo che la discussione e’ stata ‘fruttuosa’ ma senza nascondere che ‘evidentemente non siamo d’accordo su tutto’. E’ stato questo l’unico denominatore comune del vertice, a parte i sorrisi (pochi) e le dichiarazioni di intenti. Putin, gia’ proiettato nel tour asiatico (Uzbekistan, Cina e Kazakhstan), ha giocato in attacco, facendo capire che il rapporto con Bruxelles non sara’ idilliaco come il paesaggio che ha fatto ammirare ai suoi ospiti dal belvedere della reggia: dallo stallo sulla liberalizzazione dei visti (‘una vera partnership è impossibile finch‚ esisteranno le barriere dei visti’) al terzo pacchetto energetico varato dalla Commissione europea per dividere le attività di produzione e trasporto dell’energia, considerato da Mosca un siluro a Gazprom (‘inaccettabile la sua applicazione retroattiva’, ha detto, costringendo un imbarazzato Barroso ad una replica conciliante).
Il leader del Cremlino ha tirato il freno a mano anche sul rinnovo dell’accordo di partnership strategica: nessun impegno con la Ue che vada oltre quelli gia’ assunti per l’ingresso della Russia nel Wto, previsto nelle prossime settimane. Altrimenti, ha motivato, Mosca darebbe a Bruxelles una posizione privilegiata. In attacco anche sul fronte interno, dove ha tentato di giustificare le maxi multe previste per i raduni non autorizzati prendendo come modello la legislazione di non meglio precisati Paesi Europei. I leader di Bruxelles sono stati costretti invece a giocare in difesa, cercando di lanciare messaggi rassicuranti sulla tenuta dell’euro e dell’Unione Europea, con Barroso che e’ scivolato pero’ su una gaffe nominando la Grecia al posto della Russia.
Van Rompuy, invece, ha annunciato che entro la fine dell’anno la Ue conta di presentare un piano per una maggiore integrazione economica, promettendo che entro il prossimo summit dei leader europei alla fine di giugno presenterà i principali settori per rafforzare l’unione economica e monetaria e il metodo per raggiungere tali obiettivi. "Avremo piú Europa, non meno Europa", ha assicurato. Intanto la Russia comincia ad accusare i colpi della crisi europea e del calo del prezzo del petrolio, con il rublo sotto pressione. "La seconda ondata di crisi è per ora piú debole della prima, ma le prove piú dure devono ancora arrivare", ha ammonito oggi l’autorevole quotidiano Vedomosti. Putin ha pero’ dispensato ottimismo, dicendo che non si aspetta alcuno ‘choc serio’ sull’economia russa e che il Paese e’ in grado di reagire rapidamente a qualsiasi sviluppo nell’Eurozona.
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