Il metodo e’ ormai collaudato: dire una cosa per poi far ‘correggere’ il tiro una volta che il messaggio e’ arrivato a destinazione. E cosi’ Silvio Berlusconi, di buon mattino, non ci pensa due volte ad annunciare alla foltissima pattuglia di parlamentari che solo il 10% di loro fara’ parte delle nuove liste. Parole a cui subito segue una nota di precisazione da parte di Palazzo Grazioli che amplia la platea dei ripescati al 50%. La ‘correzione’ pero’ non sortisce l’effetto sperato ed il panico si sparge nelle file pidielline.
Quello su cui tutti meditano infatti e’ il ‘non detto’ nascosto dietro le parole del Cavaliere e cioe’: sono io a decidere chi sara’ rimesso in lista e chi no. Che l’ex capo del governo intendesse fare ‘piazza pulita’ riducendo al minimo la presenza degli attuali parlamentari, ex An in testa, era evidente ormai da tempo. E a renderlo esplicito e’ stato proprio l’ex capo del governo nell’intervento a Mattino Cinque: ‘Divisi avremmo dei vantaggi’. L’addio degli ex aennini appare ormai imminente, anzi si parla di un’ufficializzazione gia’ mercoledì. L’idea e’ quella di arrivare si’ ad una scissione ‘concordata’, ma non cosi’ ‘morbida’ come ha in mente il Cavaliere: Se dobbiamo separarci – e’ il ragionamento che fanno gli ex An – ci deve essere anche un distinguo sui contenuti e sui temi che a noi stanno piu’ a cuore. Difficile un rassemblement con Storace mentre il percorso al momento piu’ praticabile sarebbe un nuovo soggetto politico che abbia come perno Giorgia Meloni e a cui non e’ escluso aderiscano anche diversi ex Fi. Tant’e’ che la manifestazione di sabato al teatro Brancaccio organizzata proprio dall’ex ministro della Giovenutu’ potrebbe essere il battesimo ufficiale del nuovo partito.
Non tutti pero’ nell’area che faceva riferimento ad Alleanza Nazionale sono cosi’ favorevoli ad un addio, contrario sarebbe il sindaco di Roma Gianni Alemanno cosi’ come Altero Matteoli. Lo ‘strappo’ sarebbe dunque imminente anche se le ‘mosse’ dell’ex capo del governo non sono ancora del tutto chiare. Se e’ vero che ormai l’aria e’ quella di una campagna elettorale in pieno svolgimento l’attesa di tutti e’ l’ufficializzazione della corsa dell’ex premier alla poltrona di palazzo Chigi. L’idea che alla fine Berlusconi possa fare solo la campagna elettorale per poi tirare la volata a qualcun altro resta un’ipotesi per nulla scartata. L’ex premier infatti vorrebbe prima ulteriori rassicurazioni dai sondaggi prima di lanciare la sua corsa per la premiership. E, nonostante non risparmi ‘colpi bassi’ facendo intuire che tipo di campagna elettorale ha in mente, Berlusconi attende di capire meglio anche cosa fara’ Mario Monti. Il Cavaliere – racconta chi lo conosce bene – ancora non si capacita dell’idea del Professore di aver rifiutato in tempi non sospetti la leadership dei moderati preferendo siglare un patto con Bersani: L’ho capito – avrebbe ragionato – dalle parole del leader del Pd quando e’ andato a palazzo Chigi la scorsa settimana per vedere Monti, ecco perche’ ho deciso la sera stessa di annunciare il mio ritorno. Ma, proprio per evitare di alzare ulteriormente il livelli di tensione, il Cavaliere avrebbe deciso di rinunciare allo show down in Europa davanti ai leader del Ppe, Angela Merkel per prima. Il Cavaliere starebbe ancora valutando anche se i suoi fedelissimi danno per quasi scontato il forfait. Una rinuncia anche per evitare di trovarsi di fronte sia Joseph Daul capogruppo del Ppe che oggi si e’ schierato contro la caduta del governo di Monti e poi, Mario Mauro, capogruppo del Pdl all’Europarlamento ormai in rotta con l’ex capo del governo. L’obiettivo non e’ ovviamente quello di vincere ma, puntare all’ingovernabilita’ riuscendo a strappare la maggioranza in Senato. Operazione complessa a cui non puo’ mancare l’ingrediente principale e cioe’ l’alleanza con la Lega Nord.
L’argomento sara’ discusso a cena con Roberto Maroni. Per molti l’accordo sarebbe gia’ siglato nonostante una parte di Carroccio non sia cosi’ favorevole. A rimettere insieme l’asse del Nord sarebbe l’interesse a non consegnare la Lombardia alla sinistra e provare, insieme, a strappare alle prossime politiche i voti per palazzo Madama alla sinistra. Conquistando la Lombardia ed il Veneto – e’ l’obiettivo – per Bersani avere la maggioranza a palazzo Madama sarebbe impossibile.
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