La Chiesa italiana, di fronte allo ‘smarrimento’ che si vive nella scuola per ‘l’insufficiente sostegno delle istituzioni’, chiede che si ponga fine ai tagli di personale e di fondi destinati alle strutture scolastiche. In piu’ invoca sostegni economici per le scuole paritarie, come indicato anche dalla istituzioni europee, per il loro fondamentale ‘ruolo pubblico’. Aprendo oggi a Roma il laboratorio nazionale ‘La Chiesa per la scuola’, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha lanciato allo stesso tempo un grido d’allarme per la situazione scolastica italiana e un appello perche’ sia salvaguardato il diritto delle famiglie alla liberta’ educativa. ‘Una societa’ che non investe energie economiche e umane nella scuola, nella formazione e nell’innovazione – ha detto -, finisce per subordinare l’uomo al lavoro e al denaro, come appare in modo drammatico nella finanziarizzazione dell’economia e nella conseguente subordinazione del lavoro alla finanza, elemento che interpella fortemente l’ambito educativo’.
Alle parole del presidente Cei ha comunque replicato indirettamente la neo ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, fiduciosa che il suo settore non subira’ tagli: ‘dal premier Enrico Letta, durante il suo discorso di insediamento, ho avuto rassicurazioni sull’importanza della ricerca e dei fondi per l’istruzione, cosi’ come da molti colleghi deputati. E questo mi conforta’. Bagnasco ha rilanciato l”emergenza educativa’ di cui da anni parla la Chiesa, sottolineando che l’educazione non dev’essere concepita solo come ‘trasmissione di saperi volti a uno sviluppo esclusivamente tecnico’, ma ‘dell’immenso patrimonio valoriale e culturale della tradizione’.
Dinanzi a questa emergenza, ‘sono numerose, oggi, le carenze che presenta l’istituzione scolastica’, diventata una ‘scuola-supermarket’, che ‘propone conoscenze quasi fossero prodotti di uguale valore tra i quali scegliere, diviene incapace di indicare i fini che conferiscono significato ai mezzi proposti’. Ma e’ in particolare ‘l’insufficiente sostegno delle istituzioni’ a causare oggi ‘lo smarrimento avvertito nella scuola’, ha affermato Bagnasco, ‘come mostrano non da ultimo i tagli al personale e ai fondi stanziati per le attivita’ e la strumentazione’. Da qui ‘il disagio vissuto da tanta parte degli insegnanti, spesso scoraggiati, disillusi perche0 scarsamente valorizzati e non pienamente riconosciuti nel loro importante e delicato compito formativo’.
Ponendo poi l’accento sul diritto alla liberta’ educativa, il presidente dei vescovi italiani ha sottolineato ‘il carattere pubblico delle scuole paritarie’, riconosciuto per legge ma ancora con ‘difficolta’ applicative’, quali ‘l’incertezza dei fondi, l’eccesso di prescrizioni e di controlli burocratici, l’assenza di uffici ministeriali con specifiche competenze’.
Insomma, al di la’ dei principi conclamati, ‘nel nostro Paese non e’ dato un effettivo e concreto riconoscimento sul piano economico alle scuole paritarie’. E questo ‘nonostante le disposizioni in questa direzione della stessa Comunita’ Europea’. E’ dall’Europa, per Bagnasco, che viene un invito a ‘riflettere’ per chi si oppone al finanziamento delle scuole paritarie: una posizione che ‘si fonda su una malintesa concezione del pubblico’, oltre che ‘su una presa di posizione nei confronti della Chiesa, ritenuta oggetto di privilegi che sottraggono energie alle risorse comuni’. Il presidente della Cei ha puntato quindi il dito sul referendum consultivo che ci sara’ a breve a Bologna sull’opportunita’ di eliminare le convenzioni comunali con le scuole paritarie. Per Bagnasco, le paritarie, in gran parte scuole dell’infanzia, ‘non sono un onere per lo Stato’, che anche se contribuisce al loro sostentamento ne ottiene un ben piu’ forte risparmio. Dati e statistiche alla mano, il porporato ha spiegato infatti che ‘le scuole paritarie fanno risparmiare allo Stato sei miliardi di euro l’anno’.
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