"La politica ce l’ha con la casta dei giornalisti e questo non mi sorprende". Tuttavia, quello che da’ fastidio e’ "l’ipocrisia" di una politica bugiarda, che prima promette di risolvere la situazione, ma poi si dimentica delle promesse fatte. Alessandro Sallusti, direttore de ilGiornale, e’ arrabbiato e deluso: "Qualcuno sta giocando sulla mia pelle…". E’ pronto ad andare dietro le sbarre: "A questo punto chiedo mi venga inviato l’avviso di carcerazione, altrimenti viene commesso abuso d’ufficio".
Sallusti si sente solo, abbandonato da chi solo alcuni giorni fa gli aveva espresso la massima solidarieta’. In molti lo avevano abbracciato e gli avevano dimostrato rinnovata amicizia: "Alessandro e’ un simbolo della liberta’ di stampa", sottolineavano alcuni. Belle parole, come al solito: fatti zero. Del resto dai nostri politici cosa possiamo aspettarci se non chiacchiere al vento?
Politici "cialtroni", buoni solo a fare dichiarazioni di circostanza, sull’onda emozionale, deputati e senatori che ogni mese vedono accreditati sul proprio conto in banca quasi 15mila euro per non risolvere niente. Inutili e costosi, sono loro il vero simbolo della crisi sociale e di valori che vive il nostro Paese. Si vergognino, tutti, razza di parassiti incompetenti.
Vivono alla grande sulle spalle dei contribuenti tartassati, e querelano chiunque accenni a una critica, mistificando l’accusa di diffamazione. Il danno e la beffa.
Colpevole o meno, un giornalista non puo’ essere condannato al carcere per avere espresso una libera opinione o per avere consentito di esprimerla. Dura lex sed lex, si potrebbe obiettare: ma e’ proprio la legge ad essere sbagliata, vecchia anagraficamente e sicuramente antidemocratica, se e’ vero come e’ vero che il mondo globalizzato e tecnologico sforna notizie alla velocità della luce e spesso sono i commenti e le libere interpretazioni a far vendere i giornali. Lo avevamo scritto meno di un mese fa, "siamo tutti Sallusti", e oggi questo vale ancora di più: restiamo sbigottiti di fronte all’ignavia di certa politica che sceglie sempre di non scegliere quando e’ in difficoltà.
Nonostante tutto lo schifo a cui assistiamo quotidianamente, nonostante quel perenne senso di nausea che proviamo in continuazione di fronte agli scandali e agli imbrogli che ci racconta la cronaca politica e giudiziaria, non riusciamo a rassegnarci di fronte all’idea che il Parlamento sembri ormai il punto di ritrovo di tutti i vagabondi e gli scansafatiche d’Italia. Non ho figli, ma se li avessi, con quali parole potrei spiegare loro che le persone che siedono annoiate e distratte su quelle poltrone di velluto rosso sono state mandate lì da noi stessi a difendere i nostri interessi? Non ci riuscirei, perchè mi sentirei umiliato di fronte a mio figlio: la politica oggi rappresenta solo se stessa, gestisce solo i propri affari, e i parlamentari sono aggrappati come cozze alle proprie indennità e ai propri privilegi. Che volete interessi Sallusti a persone del genere? Tanto in gabbia ci andrà un giornalista, mica un onorevole: fosse stato uno di loro, la casta parlamentare lo avrebbe di certo salvato. Che tristi, questi pagliacci.
Twitter @rickyfilosa
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