Processo Ruby, è il giorno di Silvio Berlusconi. Il Cavaliere è nell’aula del Tribunale per rilasciare dichiarazioni spontanee nell’ambito del processo che riguarda la giovane marocchina e le ormai famose serate ad Arcore. Il Cav prima di iniziare il suo intervento, e dopo la stretta di mano con l’accusa rappresentata da Ilda Boccassini, ha dichiarato: “Avrei preferito rendere un interrogatorio e non dichiarazioni spontanee, ma i 20 anni di accuse mi hanno fatto desistere. Sono disposto a farmi interrogare da chi pone domande ed e’ interessato alle mie risposte”.
Su alcuni quotidiani "ho letto che questo Tribunale avrebbe gia’ deciso per la mia condanna. Spero siano solo illazioni che saranno smentite dai fatti". Così Silvio Berlusconi davanti ai giudici. "Se un Paese non potesse contare sull’imparzialita’ dei giudici sarebbe un Paese incivile e barbaro. Questo Paese, che amo, deve poter contare sull’imparzialita’ dei suoi giudici".
Quindi il Cav ha esordito leggendo una memoria: “Come sapete questo processo si basa su due punti fondamentali, la telefonata alla Questura di Milano nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, e i miei rapporti con Karima El Mahroug, detta Ruby e il filo conduttore di entrambi i capi di imputazione e’ incentrato sulle serate che si sono svolte nella mia residenza di Arcore”. Secondo l’accusa, ha proseguito, “io avrei telefonato in questura per evitare che emergesse il contenuto di quelle serate, ma si e’ favoleggiato molto su quelle serate con chiari intenti diffamatori e con una intrusione nella vita privata di un cittadino”. In realtà le cene ad Arcore erano molto tranquille, ha spiegato Berlusconi: “Apicella si esibiva, anche con me, nel suo fantastico repertorio di canzoni napoletane”. Dopo la cena, ha ricostruito l’ex premier, le serate ad Arcore proseguivano “con i miei ospiti che organizzavano spettacoli con musica e si ballava, ma io non ho mai partecipato ai balli a causa dell’età”.
"I miei rapporti con le ospiti delle mie cene erano basati sul rispetto, non c’e’ mai stata alcuna dazione di denaro per ottenere rapporti intimi, li’ come in tutta la mia vita". "Questo processo ha causato danni assoluti sulla vita di queste ragazze, questa e’ la parte piu’ dolorosa della vicenda".
L’ex premier ha anche precisato di non avere mai chiesto che Ruby fosse affidata alla consigliera Nicole Minetti: “Non chiesi di affidare Ruby alla consigliera Minetti, ma dissi alla Minetti di andare in Questura solo per la sua identificazione e l’affido della ragazza mi era indifferente, tanto che non mi sono piu’ occupato della sua vicenda”. Dopo un incontro a Villa Madama con il presidente egiziano “rimasi nel convincimento che Ruby avesse un legame parentale con Mubarak”. "Ruby mi ha mentito raccontandomi una condizione ideale che si era costruita (la parentela con Mubarak ndr) rispetto a quella reale che era miserevole". L’ex premier ha poi riferito di aver saputo la verita’ solo successivamente da Nicole Minetti la quale "mi disse che Ruby era minorenne e marocchina e la notizia mi lascio’ di stucco".
“La decisione di contattare la Questura di Milano mi fu suggerita dall’onorevole Valentino Valentini e da un caposcorta che diceva che poteva prendere contatti con un funzionario”.
Fuori dal Tribunale, ai microfoni di SkyTg24, Berlusconi ha ribadito: “Posso escludere con assoluta tranquillita’ che si siano mai svolte scene di natura sessuale” durante o dopo le cene ad Arcore. “Tra l’altro tutto avveniva alla presenza di camerieri, di musicisti, di personale di sicurezza, di tecnici, di ospiti di una sola serata e a volte con l’intervento dei miei figli che venivano a salutarmi". Il bunga bunga? “Questa espressione nasce da una vecchia battuta che ho ripetuto piu’ volte, prima dei fatti contestati, ed e’ stata riportata doviziosamente dalla stampa".
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