Finalmente il Governo ha deciso di iniziare a fare le riforme. Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, e quello della Riforme, Gaetano Quagliariello, hanno parlato di una riforma della legge elettorale entro l’estate. Ciò è un bene, ma speriamo che si facciano questa ed altre riforme che servono. Infatti, quella della legge elettorale è sì una riforma importante, ma non basta. Servono vere riforme strutturali di tutto il sistema Italia. Per esempio, si dovrebbero ridurre i Comuni. Qui in Italia ci sono Comuni molto piccoli e con pochi abitanti. Per le Province, andrebbe bene la riforma che era stata proposta dall’onorevole Renato Brunetta (quando era Ministro della Funzione Pubblica del Governo Berlusconi) in cui i Sindaci dei Comuni capoluogo sarebbero diventati Presidenti delle Province mentre i Consiglieri sarebbero stati sostituiti dagli altri Sindaci. Si toglierebbero assemblee elettive e costi ad esse legati. Anche le Regioni potrebbero essere ridotte. Il progetto della macroregione del Nord (che è stato proposto dalla Lega) sarebbe già una buona base di partenza. Si dovrebbe implementare anche il federalismo.
Riguardo al Parlamento, si dovrebbe abolire il bicameralismo perfetto. Camera dei Deputati e Senato non possono fare la stessa cosa. Il Senato diventerebbe federale e servirebbe a regolare i rapporti tra Stato ed Enti locali. Riguardo alla forma di governo, si potrebbe adottare il presidenzialismo alla francese, con un Presidente della Repubblica eletto dal popolo, o un premierato forte come quello canadese, in cui il Primo Ministro ha potere reale, prende la fiducia solo da una Camera e se viene sfiduciato si dimette e può chiedere al Governatore generale (le cui funzioni qui in Italia potrebbero essere espletate dal Presidente della Repubblica) di sciogliere la Camera dei Comuni (che equivale alla nostra Camera dei Deputati) e di indire nuove elezioni. Le soluzioni ci sono. Basta applicarle.
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